Luca Zaia: “Venezia a numero chiuso per i turisti (e Veneto autonomo)”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Febbraio 2017 - 09:54 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Luca Zaia: “Venezia a numero chiuso per i turisti (e Veneto autonomo)”. Venezia muore sotto l’assedio incontrollato di 30 milioni di visitatori l’anno? La soluzione proposta dal presente della Regione Veneto Luca Zaia è il numero chiuso per i turisti, con barriere selettive ai due punti di accesso alla città, Piazzale Roma e Stazione ferroviaria.

Zaia ha risposto a una sollecitazione di Ernesto Galli della Loggia che in un editoriale sul Corriere della Sera (“Così il turismo è come veleno. Lo Stato salvi Venezia e l’Italia”) elencava le ragioni del degrado tutto italiano di un turismo di massa indiscriminato che da una parte genera consistenti entrate pubbliche e private, dall’altro sacrifica e mette a repentaglio la stessa grande bellezza italiana che quel turismo attrae. Modificando il profilo delle nostre città, deturpandone in maniera irreparabile l’immagine, come nel caso emblematico di Venezia, “ormai irrimediabilmente una città fantasma, l’originale di una Disneyland che è già eguale alla propria copia”.

Per quanto riguarda i flussi turistici, la mia posizione è chiara. Io credo al numero chiuso. Venezia non può sopportare più di un certo numero di visitatori al giorno, quindi i flussi vanno rigorosamente regolamentati nei due unici punti di accesso a Venezia: piazzale Roma e la stazione ferroviaria. Non credo invece al versamento di una somma per ingresso e visita: Venezia deve restare alla portata di tutti. Sono convinto che un obolo — anche simbolico — ogni italiano lo debba mettere in conto, come contributo e segno di rispetto per una città universale; ma non concordo sul fatto che la visita diventi accessibile per reddito. (Luca Zaia, lettera aperta al Corriere della Sera)

Zaia non si limita a rispondere, con chiarezza e in contrasto probabile con l’attuale sindaco “business oriented” Brugnaro, a proposito dei flussi da controllare. Non condivide le punture di spillo di Galli della Loggia sulla “Banda Bassotti” composta da “veneti purissimi” coinvolti nell’inchiesta sul Mose (“vero presidente Zaia? Ma un tempo non era Roma ad essere “ladrona”?). Ribadisce che davvero la Roma dei palazzi e della burocrazia è “ladrona” e torna a proporre la soluzione della Lega delle origini: “Veneto autonomo”.