M5s chiude su Italicum. Vuole proporzionale e preferenze. Per vincere o…?

di Danilo Meconio
Pubblicato il 20 Settembre 2016 - 17:44 OLTRE 6 MESI FA
M5s chiude su Italicum. Vuole proporzionale e preferenze. Per vincere o...?

M5s chiude su Italicum. Vuole proporzionale e preferenze. Per vincere o…?

ROMA – Il Movimento 5 Stelle si chiama fuori. Sull’Italicum non tratta e anzi, chiede che sia totalmente cestinato e presenta alla Camera una mozione in cui chiede di  “approvare in tempi rapidi una nuova legge elettorale con formula proporzionale in circoscrizioni medio-piccole e preferenze”. Tradotto M5s chiede proporzionale e preferenze. Chiede quello che i suoi elettori, in sondaggio su blog hanno indicato come migliore legge elettorale possibile: il “Democratellum”. Ma a ben vedere il messaggio che arriva a Renzi & Co è un altro: il Movimento 5 Stelle non chiede un bel niente. Semplicemente rompe, rifiuta di sedersi al tavolo di chi dovrebbe cambiare la legge elettorale. Lo fa con strategia semplice e diretta: chiedo l’impossibile e riverso sul mio interlocutore la responsabilità politica del no.

Matteo Renzi, incassato il no, replica punzecchiando:  “Noi siamo totalmente disponibili a cambiare, per M5s il ballottaggio è antidemocratico, non credo che Appendino e Raggi siano d’accordo se no non sarebbero state elette ma è un fatto di chiarezza. Ora aspettiamo Berlusconi e Salvini così tutte le posizioni sono in campo e poi faremo le modifiche”.

Solo qualche mese fa da M5s erano arrivati vaghissimi spiragli ad una possibile apertura di una trattativa. Non è la prima volta, e non sarà l’ultima, che M5s seduce e abbandona ben prima del primo appuntamento. La possibile apertura ad un “governo di scopo” subito ritirata da Luigi Di Maio è solo l’ultimo esempio.

A questo punto due sono gli aspetti che balzano all’occhio. Perché due sono, e una è alternativa all’altra, le possibili ragioni del no. La prima è che M5s si chiama fuori dalle modifiche all’Italicum perché sotto sotto, e neppure troppo sotto, Italicum così com’è gli conviene. Gli offre la sola possibilità politicamente appetibile: quella di governare da soli. Lo dicono le ultime elezioni amministrative: M5s è una macchina da ballottaggi, se ci arriva vince 9 volte su 10. Vince contro la sinistra perché prende i voti di tutto ciò che non è sinistra, vince contro la destra perché è comune sentire a sinistra che M5s è “meno peggio” della destra. E tutti i sondaggi attuali, per quanto possano valere, dicono che quasi certamente alle prossime elezioni, a Italicum non modificato, sarà ballottaggio.

Quindi M5s tutto sommato potrebbe preferire tenersi una legge elettorale “antidemocratica, incostituzionale, non emendabile” (così dicono loro nel comunicato di oggi, mentre la Corte Costituzionale ha rimandato l’esame della legge) ma che ha il non trascurabile difetto di poterli far vincere.

L’altra ipotesi del no è simmetrica alla prima. Ed è che M5s vuole davvero che Italicum salti (senza loro al tavolo modificarlo non è facile, ovviamente) e vuole davvero il proporzionale. Perché M5s cerca sì voti ma non governo. Perché una cosa è evidente: se c’è sistema elettorale con cui M5s molto difficilmente potrà raggiungere l’obiettivo politico di governare in solitudine quello è proprio il proporzionale puro. Perché da soli, a meno di non prendere il 50,1% dei voti, col proporzionale non si governa. E quindi il sistema che fu della I Repubblica in qualche modo può tornare utile al Movimento: è il sistema che gli consentirebbe di continuare a crescere, a contare sempre di più, senza doversi assumere l’onere del Governo.