M5S, programma della Grillonomics: energia, patrimoniale, euro, debito pubblico

Pubblicato il 4 Marzo 2013 - 09:55| Aggiornato il 24 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Energia, euro, patrimoniale, debito pubblico… Sono i punti fondamentali della Grillonomics, l’agenda economica del Movimento 5 Stelle. In attesa di capire cosa farà Beppe Grillo dal punto di vista politico  dopo “l’ultimatum” di Pier Luigi Bersani (“Grillo decida oppure tutti a casa”), ecco i punti dell’economia grillina.

Energia. Un programma dettagliato che scommette sul riscaldamento a baso impatto ambientale. Si insiste quindi molto sugli incentivi fiscali per le rinnovabili. Nessuna nuova centrale. “La prima cosa da fare – dicono i grillini – è accrescere l’efficienza e ridurre gli sprechi delle centrali esistenti, accrescendo al contempo l’efficienza con cui l’energia prodotta viene utilizzata dalle utenze”.

Finanza. Ricetta liberale per i mercati finanziari per superare il meccanismo delle “scatole cinesi” del “nostro capitalismo senza capitali e quello perverso degli incroci azionari tra banche e industrie”. il tutto per “impedire scalate al debito come quella di Telecom da parte di Tronchetti Provera”. Nel programma della Grillonomics c’è anche l’abolizione delle Authority del mercato.

Patrimoniale. Forse il punto più confuso della Grillonomics. Una patrimoniale sui patrimoni immobiliari o su quelli personali? I proventi andrebbero a finanziare il reddito di cittadinanza per coloro che hanno perso il lavoro.

Euro. Una rivisitazione dei vincoli europei. L’euro viene visto come il simbolo di una integrazione europea calata dall’alto e subita da famiglie e imprese. La proposta: o un’Europa monetaria sullo stesso modello degli Usa, o un’euro 2 per i paesi del Sud.

Debito pubblico. Rinegoziare il debito pubblico al 130% del Pil. Collocare i titoli pubblici a tassi bassissimi, lo 0,001%. Altro punto buio del programma.

Questi i punti fondamentali, ai quali vanno poi aggiunte misure come l’abolizione dei finanziamenti ai giornali e i soldi pubblici ai partiti, la soglia massima di due mandati, la chiusura di Equitalia e il secco no al doppio lavoro dei parlamentari.