Mafia, sequestro di beni al “delfino” di Micciché: “Prestanome del clan Acquasanta”

Pubblicato il 14 Ottobre 2010 - 11:28 OLTRE 6 MESI FA

Gianfranco Miccichè

Finisce nel mirino dell’antimafia il “delfino” di Gianfranco Miccichè, Franco Mineo. Il sospetto è che il deputato regionale eletto nella lista del Popolo delle libertà, grande sostenitore del sottosegretario Miccichè, sia un prestanome di cui si sarebbe servito il famoso clan del rione Acquasanta di Palermo.

Mineo, secondo quanto rivela l’Ansa, è indagato per intestazione fittizia di beni. Per questo la Dia di Palermo, coordinata dal pm della Dda Piero Padova, ha perquisito oggi lo studio all’Assemblea regionale siciliana e le due abitazioni del deputato. Inoltre la procura di Palermo ha disposto il sequestro preventivo dei locali di un bar e di due negozi di proprietà di Mineo. Si tratta del bar Nuova Esedra, di una merceria e del negozio di abbigliamento Vegard. Tutti gli immobili si trovano nel quartiere dell’Acquasanta, a Palermo.

Sotto sequestro sono finiti solo i locali e non le attività commerciali gestite da soggetti non indagati che hanno affittato gli immobili da Mineo. Secondo gli inquirenti il deputato regionale sarebbe il prestanome di Angelo Galatolo, 50 anni, cugino del capomafia dell’Acquasanta omonimo, che è indagato in concorso con Mineo, dello stesso reato. L’indagine, condotta dalla Dia è coordinata dal pm della Dda Piero Padova.

Mineo è stato eletto nel Pdl e poi è passato al gruppo del Pdl-Sicilia e quindi a Forza del Sud, formazioni che fanno capo al sottosegretario Gianfranco Miccichè. Secondo gli inquirenti Mineo sarebbe un prestanome di Angelo Galatolo, esponente della famiglia mafiosa dei Galatolo dell’Acquasanta, a Palermo, e cugino del boss che porta il suo stesso nome. A Mineo, secondo gli investigatori, sarebbero intestati diversi beni riconducibili al clan.