Manovra, Renzi ad Ue: “Battaglia sull’Europa, non sullo 0,1%”

di redazione Blitz
Pubblicato il 23 Ottobre 2016 - 20:14 OLTRE 6 MESI FA
Manovra, Renzi ad Ue: "Battaglia sull'Europa, non sullo 0,1%"

Manovra, Renzi ad Ue: “Battaglia sull’Europa, non sullo 0,1%”

BRUXELLES – Matteo Renzi avverte l’Unione europea. Deve scegliere: o abbandonare la strada dell‘austerity e degli ‘zerovirgola’ e stare con l’Italia, oppure continuare a chinare la testa verso i Paesi come l’Ungheria che ignorano le regole sui migranti. Ed in questo caso, rischiare la fine su un dossier che ha impatto diretto sui cittadini.

Mentre la Commissione si prepara ad inviare all’Italia e altri 5-6 Paesi le lettere con le richieste di chiarimento sulle bozze di bilancio prima del giudizio atteso per fine mese, Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan hanno lanciato un messaggio politico inequivocabile. E si apprende che Bruxelles è intenzionata ad un sostanziale ok sulle spese per i migranti e la ricostruzione post-terremoto, mentre avrebbe dubbi sulle troppe una tantum ed il piano nazionale di salvaguardia anti-sismica.

“Non è importante, non è decisivo, lo 0,1% o questa legge di bilancio”, ha detto il premier ospite di “In Mezzora” su RaiTre, minimizzando sulle lettere in arrivo (“sono fisiologiche”). “L’elemento di discussione con l’Ue è il bilancio europeo dei prossimi anni, noi siamo impegnati in una battaglia storica perché il bilancio Ue tenga insieme diritti e doveri”, ha aggiunto, ribadendo la linea annunciata giovedì agli europarlamentari del Pd e sostenuta dopo il vertice europeo: l’Italia, guida del fronte progressista europeo, è impegnata per un profondo cambio di direzione dell’Europa.

In attesa delle lettere che lunedì 24 ottobre partiranno per l’Italia ed altri Paesi, tra cui Belgio, Spagna, Portogallo, Estonia e forse Francia e/o Olanda, il premier sposta il dibattito sul piano politico. In che termini, lo ha chiarito il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan (“un saggio”, per Renzi) in una intervista alla Repubblica. “L’Europa deve scegliere da che parte stare” ovvero: “Può accettare il fatto che il nostro deficit passi dal 2 al 2,3% per far fronte all’emergenza dei migranti, oppure scegliere la strada ungherese, quella che ai migranti oppone i muri. Ma così sarebbe la fine”.

Già nella conferenza stampa a conclusione del vertice, in cui tra l’altro è riuscito a stoppare la minaccia di ulteriori sanzioni economiche alla Russia per le azioni in Siria, Renzi aveva argomentato che l’Italia non si aspetta una bocciatura, semmai procedure di infrazione per chi non rispetta le norme sui migranti. Ed aveva anticipato che nella battaglia per il futuro bilancio europeo 2019-2026, l’Italia non sarà disposta a continuare a dare soldi (“ogni anno versiamo 20 miliardi e ne riprendiamo 12”) che vanno a favore dei Paesi dell’est se questi continueranno a rifiutare la solidarietà per la distribuzione dei migranti.

Aveva anche sottolineato che per uscire dalla crisi “il modello americano di Obama ha funzionato, quello dell‘austerity europea no”. Un livello di confronto “alto”, quello impostato dall’Italia con Bruxelles, che ufficialmente non commenta le parole di Renzi né quelle di Padoan. Nella Commissione nessuno vuole creare problemi all’Italia in vista del referendum, ma c’è un gruppo di falchi che continua a considerare le regole del fiscal compact (“votato da Monti, Berlusconi, Bersani”, ha ricordato Renzi ribadendo che intende “metterlo in discussione”) più importanti di qualsiasi ragionamento politico.

Fonti europee già nei giorni scorsi hanno riferito della “sorpresa” con cui ai piani alti della Commissione è stata accolta la bozza della manovra, dopo che alla fine di settembre era stato raggiunto un accordo sul tetto del 2,2% di deficit nominale, salito a 2,3% nella proposta poi effettivamente presentata. E sono trapelate le riserve sull’andamento del deficit strutturale.

Adesso si apprende che la Commissione approverebbe le cifre presentate dall’Italia per l’emergenza migranti e per la ricostruzione post-terremoto in Italia centrale. Nella lettera di chiarimento i dubbi sollevati sarebbero invece essenzialmente due: sul fronte delle nuove entrate si rileva che non sono strutturali ma legate a troppe ‘una tantum’, mentre su quello delle uscite ci sono dubbi sul piano nazionale di salvaguardia anti-sismica. Difficile considerarlo come frutto di una circostanza eccezionale, in un Paese altamente sismico come l’Italia.

A Roma intanto, non sembra ancora aver assunto una forma definitiva il testo della legge di bilancio, attesa in Parlamento il 20 ottobre, ma non ancora approdata in Commissione. “Siamo assolutamente in regola. C’è un termine, il 20 ottobre, che non è perentorio”, si è giustificato Renzi, assicurando che il governo presenterà la legge in settimana.