Era per la Marcegaglia che Bertolaso voleva in fretta il bando dell’Arsenale per il dopo g8?

Pubblicato il 13 Febbraio 2010 - 19:34 OLTRE 6 MESI FA

Emma Marcegaglia

Il nome della presidentessa della Confindustria Emma Marcegaglia è al centro di un piccolo tornado nel grande ciclone dello scandalo della Protezione civile. La storia ha dei contorni che dovranno essere chiariti, anche perché riguarda l’affitto per 40 anni dell’ex Arsenale alla Maddalena, trasformato in albergo a cinque stelle dalla Protezione Civile in vista del G8 che si sarebbe dovuto tenere nell’isola sarda. Il G8 fu trasferito poi in Abruzzo, dopo il terremoto, in un colpo di genio mediatico da parte di Silvio Berlusconi ma anche in un colpo basso per le casse dello Stato, da cui erano già uscite centinaia di milioni di euro, destinati, si scopre oggi, in buona quantità alle tasche degli amici di Guido Bertolaso e di Angelo Balducci, rispettivamente capo della Protezione civile e suo braccio destro, rispettivamente accusato a piede libero di corruzione e in carcere per la stessa ragione.

L’affitto dell’albergo, che, sostengono i rivali della Marcegaglia, è avvenuto “a prezzi stracciati”, è stato contestato dagli imprenditori sardi Francesco Muntoni e Gianfranco Molinas, a capo di una cordata di operatori del settore alberghiero esclusa dall’appalto. Muntoni e soci hanno fatto ricorso al Tar del Lazio, che si dovrebbe pronunciare il 10 marzo.

L’Arsenale è stato aggiudicato per 40 anni alla società Mita Resorts, che ha la gestione di un importante centro alberghiero sardo, il Forte Village. Emma Marcegaglia figura come principale azionista ma ne sarebbe socio importante anche il conte Donà delle Rose, proprietario del marchio Marzotto. Tra l’altro Muntoni, Molinas e gli altri sostengono che Mita Resorts non poteva essere ammessa alla gara perché costituita nel 2007, mentre il bando imponeva alle aziende concorrenti di esistere da almeno quattro anni e presentare, ai primi del 2009, i bilanci fin dal 2005.

Il mistero della aggiudicazione dell’Arsenale è infittito da un ritaglio stampa virtuale, proveniente dalla Nuova Sardegna. L’articolo, scritto da Guido Piga, anticipava la vittoria della Mita per una semplice ragione: “è l’unica che si è presentata alla gara fatta dalla protezione civile per conto della Regione, proprietaria dell’area dopo la smilitarizzazione”.

E poi ancora: “Manca l’ufficialità, perché la gara non è ancora chiusa: ma l’unica offerta arrivata sul tavolo della struttura di missione, braccio operativo del commissario del G8 Guido Bertolaso, è quella della società della Marcegaglia. La conferma arriva da fonti aziendali. Se i tecnici non riscontreranno irregolarità, la partita sarà chiusa nel giro di qualche settimana”.

Ma se Muntoni e soci ricorrono perché esclusi, a che titolo lo fanno se non si presentarono.

Che la storia non sia liscia trova ora conferma anche nelle intercettazioni telefoniche sulle utenze di Bertolaso, Balducci e loro amici.

Nel pomeriggio del 14 gennaio 2009, Bertolaso chiama, tramite segretaria, Balducci. Dato che normalmente Bertolaso le telefonate a  Balducci e agli altri amici le fa, educatamente, da solo, il fatto che usi la segretario può far pensare a uno show di potere davanti a qualcuno che si trovava nel suo ufficio e che gli aveva detto cose che avevano determinato la chiamata. Potrebbe anche essere stata la stessa Marcegaglia o qualcuno interessato all’affare, preoccupato dalle interferenze di una funzionaria.

Dice Bertolaso a Balducci: “Dovresti parare un attimo con la dottoressa Forleo”. Per inciso, della Forleo parlano diffusamente gli amici imprenditori, sostenendo di averla colmata di favori, lei e i figli, da 15 anni a oggi. In questo caso, evidentemente, la Forleo è esclusa dal gioco e si comporta da puntigliosa servitrice dello Stato.

Appreso che la Forleo si trova proprio in quel momento nell’ufficio di Balducci, Bertolaso, di solito cardinalizio, fa il duro, forse per impressionare chi è nel suo ufficio. La Forleo, dice Bertolaso, “continua a fare tutta una serie di domande per riuscire a chiudere questi benedetti bandi di gara per la gestione (…) che non hanno luogo di essere poste (….) perché a mio giudizio non spetta a  lei decidere se noi dobbiamo fare una sola gara per i due alberghi e per l’Arsenale oppure dobbiamo fare 3 gare, 2 gare e quello che sia”.

Poi, come Napoleone ad Austerlitz: “Questo purtroppo è compito del sottoscritto. Quindi se lei si vede con i nostri e definisce…io ho bisogno di avere questo benedetto bando nelle prossime ore perché se no poi non ce la faccio più. Che non si ponesse problemi, lei non deveve parlare con la Regione, non deve parlare con nessuno. Lei mi deve dare [un parere] tecnico, poi la durata del contratto, la modalità di contratto, eh, questo lo decido io”.

Segue un piccolo saggio di mentalità golpista, illuminante alla luce della scelta di trasformare la Protezione civile in Spa con un decreto legge, proprio come faceva Mussolini: “Perché è ovvio che io voglio sfruttare questi giorni di campagna elettorale, dove Soru pensa ad altre cose. Che altrimenti, se ci mettiamo a fare la concertazione, fra 2 anni stiamo ancora a discutere del bando di gara. Hai capito? quindi dille per cortesia…tanto lei so che ha già fatto il 99,9 per cento del lavoro, se lei me lo chiude e me lo fa avere a me poi noi lo lanciamo subito e lei non si preoccupasse. Va bene?”.

Accidenti se va bene…