Marco Follini: Berlusconi è fuori dalla politica? Consultate prima gli elettori

Pubblicato il 7 Ottobre 2013 - 05:18 OLTRE 6 MESI FA
Marco Follini

Marco Follini (Foto LaPresse)

ROMA – Berlusconi è fuori dalla politica per sempre?

Prematuro, dirlo, è la risposta di Marco Follini, ex democristiano ed ex esponente del Pd e soprattutto persona molto intelligente e acuta.

Dire che Berlusconi è fuori dalla scena politica, per Follini, è prematuro:

“Prudentemente consulterei gli elettori prima di esprimere verdetti”

ha detto Marco Follini a Giovanna Casadio che lo ha intervistato per Repubblica.

L‘accordo tra Enrico Letta e Angelino Alfano, per Follini, non durerà a lungo e anche dire che Silvio Berlusconi è finito è prematuro: “Bisogna prima consultare gli elettori”.

Parlando dell’accordo tra Alfano e Letta, con i dissidenti del Pdl che hanno dettato la fiducia al governo sfidando Berlusconi, Follini spiega che il fenomeno potrebbe non durare

“avendo sfidato a suo tempo Berlusconi, quando era fortissimo, verso chi lo ha sfidato dopo, ho un sentimento laico: li apprezzo ma voglio vedere le conclusioni”.

Nella stessa intervista a Giovanna Casadio, Marco Follini sostiene anche:

“Non c’è l’alchimia per una nuova Dc e il Pd non finirà, ma diventerà socialista”. 

Per ricomporre “l’alchimia democristiana”, spiega Follini, sono troppi gli elementi che mancano:

“non c’è la guerra fredda, non c’è la spesa pubblica, e direi che non c’è nella politica italiana quella straordinaria capacità di inclusione che aveva la Dc. Fu la democratizzazione dei ceti medi, l’allargamento delle basi dello Stato, la promozione di una nuova classe dirigente. Tutto questo non si vede, e fa una certa differenza”.

Il Pd poi troverà la sua identità nel socialismo europeo, secondo Follini:

“Però a me pare un esercizio vano discettare adesso sullo scontro politico dei prossimi anni, perché noi oggi siamo in un passaggio cruciale: siamo chiamati a fare riforme profonde, a cercare di cambiare i fondamentali della nostra economia e ripensare le nostre istituzioni. Almanaccare sui partiti, senza passare dal collo di bottiglia delle cose che si devono fare, adesso, per ricucire la frattura con il paese, è un’operazione piuttosto vacua”.