Maria Elena Boschi nel mirino M5s per distrarci dal disastro Raggi, avverte Gasparri

Pubblicato il 6 Marzo 2017 - 06:06 OLTRE 6 MESI FA
Maria Elena Boschi nel mirino M5s per distrarci dal disastro Raggi, avverte Gasparri

Maria Elena Boschi (nella foto) nel mirino M5s per distrarci dal disastro Raggi, avverte Gasparri

(ANSA) Beppe Grillo attacca Maria EleMarna Boschi per distrarci dal disastro di Virginia Raggi, sostiene il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri. Ma i numeri per portare al bersaglio una mozione di sfiducia  il Movimento 5 stelle non ce l’ha.

Renzi, Lotti e Boschi si presentarono come i rottamatori e gli innovatori. Con loro iniziava la nuova Italia. Invece sono tutti finiti in torbide vicende che coinvolgono genitori, parenti, amici e sodali. Non emetteremo sentenze. Alle indagini provvederà la magistratura. Non siamo come il Pd che è garantista a giorni alterni.

“Renzi, Lotti ed altri meritano una sfiducia complessiva. Per quanto riguarda la sfiducia individuale, oltre alla perplessità per quanto riguarda l’uso di questo strumento nei confronti di chiunque, vanno rilevati i numeri del Senato, che dimostrano come la pistola agitata da Beppe Grillo sia ampiamente scarica e usata soltanto per distrarre dai disastri di Virginia Raggi e di tutta la loro squalificata componente romana”.

“Quelli che non voterebbero comunque la sfiducia a Lotti al Senato sono 16 senatori di Ala, 27 alfaniani, 99 rimasti nel Pd dopo la scissione, una ventina del gruppo delle Autonomie e più di 15 del gruppo Misto. In Gal poi c’è addirittura una sottosegretaria del Governo e qualche altro che vota abitualmente la fiducia. Si arriva quindi a un totale che supera i 180 senatori.

“Pertanto, a prescindere dalle nostre valutazioni, che sono di totale sfiducia nei confronti del Governo e di scetticismo nei confronti delle sfiducie individuali, i numeri non ci sono. Per cui si sta parlando del nulla. Parliamo invece del fallimento politico del renzismo che è sotto gli occhi di tutti e prepariamo una nuova ragione di governo di un centrodestra unito con Forza Italia in funzione di locomotiva dello schieramento”.