Maria Rita Lorenzetti: “squadra” degli appalti, telefonate a Anna Finocchiaro…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Settembre 2013 - 10:11 OLTRE 6 MESI FA
Maria Rita Lorenzetti: "squadra" degli appalti, telefonate a Anna Finocchiaro...

Maria Rita Lorenzetti: “squadra” degli appalti, telefonate a Anna Finocchiaro… (foto Ansa)

FOLIGNO (PERUGIA) – Maria Rita Lorenzetti è accusata di aver aiutato persone in cambio di aiuti al marito, di professione architetto. L’ex governatore umbro è stata arrestata il 16 settembre con l’accusa di aver ricevuto tangenti per un pezzo di Tav in costruzione in Toscana. Ma dalle indagini, spiega Fulvio Fiano sul Corriere della Sera, emergerebbe un sistema ben più intricato di “favori” e “interessamenti”. Le aziende più interessate dall’inchiesta sono la Italferr (di cui Lorenzetti è presidente e che aveva vinto appalti per i lavori della Tav) e la CoopSette (che aveva ricevuto in sub appalto una parte dei lavori). Aziende che insieme ad altre 2 aziende formavano quella che il gip ha chiamato “la squadra”.

Secondo l’accusa, scrive Fiano, si trattava di

«Una stabile associazione a delinquere finalizzata a influire sugli atti adottati dalla pubblica amministrazione, con completo accantonamento della cura degli interessi dell’ente pubblico», scrive il gip Angelo Antonio Pizzuti negli ordini di custodia cautelare (39 gli indagati in totale, di cui sette rappresentanti legali delle società coinvolte). I provvedimenti, oltre alla Lorenzetti, sono per Gualtiero (detto Walter) Bellomo (membro della commissione Via del ministero dell’Ambiente), Furio Saraceno (presidente del consorzio Nodavia), Valerio Lombardi (tecnico di Italferr), Alessandro Coletta (consulente, ex membro dell’Autorità di vigilanza sugli Appalti pubblici) e Aristodemo Busillo, della società Seli di Roma che gestisce la grande fresa sotterranea «Monna Lisa» al lavoro nel tunnel.

Quindi Fiano elenca i reati contestati, che darebbero modo di capire come operasse la “squadra”:

Le agevolazioni alle imprese in grado di ripagare la squadra avvenivano, scrive il gip, grazie a «modifiche normative e accomodanti disposizioni delle pubbliche amministrazioni a copertura del loro operato» e nascondendo nel caso di CoopSette il suo dissesto economico. Si va dalla frode sui conci di rivestimento alla riduzione del numero delle frese da due a una, dall’omesso monitoraggio al traffico illecito dei rifiuti e alla gestione dei fanghi di scavo, riqualificati in modo fraudolento come terre destinate all’agricoltura.

E poi parla anche dei contatti con politici importanti che la Lorenzetti avrebbe avuto nel periodo contestato (politici verso i quali, è bene sottolineare, non vi è alcuna accusa):

In una intercettazione la Lorenzetti racconta di aver segnalato Bellomo alla senatrice Anna Finocchiaro (agganciata tramite il suo consigliere politico e candidato alle primarie pd, Paolo Quinto) per un incarico di prestigio, esaltandone meriti e capacità «nel gioco di squadra». Anche se poi la segnalazione non va a buon fine e lo stesso Bellomo (già dirigente siciliano dei Ds e coordinatore provinciale Pd a Palermo) a gennaio si sfoga così: «Mi sono rotto i c… di lavorare per una squadra e poi al momento di dover trovare sempre qualcosa o qualcuno che mi deve scavalcare. Dovevo essere candidato qui nella quota Bersani perché in Sicilia la Finocchiaro aveva un posto. Mi aveva detto che sarei stato io». Tra i politici che l’ordinanza cita tra quelli che la squadra si riprometteva di provare a raggiungere, figurano poi Gianni Letta e Antonio Catricalà.