Maroni e i rifugiati : “Trovati 7.000 posti letto”. Ma nella “città solidale” ce ne sono 2.708

di Riccardo Galli
Pubblicato il 16 Febbraio 2011 - 15:17| Aggiornato il 21 Febbraio 2011 OLTRE 6 MESI FA

CATANIA – E’ stata individuata una struttura in grado di ospitare 7000 rifugiati, annuncia soddisfatto il ministro dell’interno Roberto Maroni di fronte all’emergenza profughi che in questi giorni sta vivendo il nostro paese. Saranno ospitati nella prima “cittadella della solidarietà”. Una solidarietà che non t’aspetti da un governo di destra e soprattutto da un ministro leghista, una solidarietà in assoluta controtendenza rispetto alle “cannonate” sempre invocate contro i barconi degli immigrati. Una solidarietà basata su un ragionamento concreto e una distinzione ragionevole: quella tra chi chiede asilo politico e lo ottiene e quindi è “rifugiato” e tra chi è clandestino e basta. I primi ospitati nella “cittadella della solidarietà”, i secondo “contenuti” come ospiti niente affato graditi nei Centri di identificazione e espulsione. Però alle ottime intenzioni Maroni ha aggiunto un eccesso…non di zelo ma di “arrotondamento”, insomma un litigio di governo e di televisione con la matematica.

Il sito individuato per la “città della solidarietà” non è nient’altro che un maxi-residence voluto dagli americani in Sicilia per ospitare i militari statunitensi di stanza nella base di Sigonella e dagli americani abbandonato quando, visto il cambiamento degli equilibri geopolitici, Sigonella è diventata una base di secondo piano e i militari che vi lavoravano sono stati ridotti di numero.

Maroni e Berlusconi hanno visitato il sito e hanno annunciato trionfanti, anzi il solo Maroni ha annunciato trionfante visto che il premier ha disertato la conferenza stampa post sopralluogo toccato evidentemente di più dal rinvio a giudizio per il caso Ruby, che la futura cittadella della solidarietà sarà pronta a breve e sarà in grado di ospitare ben 7000 richiedenti asilo politico. Lasciamo da parte le polemiche dei residenti della zona compresa tra Catania e Gela che già temono l’arrivo degli immigrati e quelle di chi sostiene che spostare i richiedenti asilo dalle città in cui vivono per concentrarli in Sicilia, nella cittadella, non è un atto umanitario ma una forzatura e atteniamoci ai fatti, anzi ai numeri.

L’iniziativa è sicuramente più vicina al concetto di solidarietà di quanto non siano i respingimenti in mare e gli accordi bilaterali con la Libia, e come tale va salutata ma, come sempre, c’è un “ma”. Maroni ha detto che ci sono 7000 posti disponibili. Gli americani residenti nella cittadella non hanno mai superato le 1200 unità, ma gli americani sono comodoni. Peccato che gli stessi americani sostengono che nel loro ex villaggio ci sono 404 unità abitative. Dati confermati, e persino disponibili sul sito internet della Pizzarotti, l’azienda che ha costruito e che ha in appalto la manutenzione della cittadella. Quattrocentoquattro unità abitative, quaranta con quattro posti letti e trecentosessantaquattro con tre posti letto. Una semplice moltiplicazione dice che nella cittadella ci sono 2708 posti letto. Bisogna che qualcuno lo dica al Ministro, o altrimenti sarebbe il caso che lui spiegasse come entreranno 7000 persone in un luogo che ne può ospitare 2708, poco più di un terzo.