Matteo Renzi ancora contro Susanna Camusso e Giorgio Squinzi: “La strana coppia”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Marzo 2014 - 09:09 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Renzi ancora contro Susanna Camusso e Giorgio Squinzi: "La strana coppia"

Giorgio Squinzi e Susanna Camusso (foto Lapresse)

ROMA – Matteo Renzi torna all’attacco di Susanna Camusso e Giorgio Squinzi, ma stavolta li mette insieme e li definisce “la strana coppia”. Secondo il premier l’atteggiamento del leader della Cgil e del presidente di Confindustria (entrambi critici verso il governo) è un ostacolo alle riforme. Renzi è stato intervistato dal Messaggero

Riforme

Tra un mese ”prenderemo in mano la riforma della P.A., per scardinarla completamente. Lì vedremo il derby palude contro corrente, conservazione contro innovazione. Sarà durissima, la vera battaglia. Al confronto la strana coppia Camusso-Squinzi contro il governo sarà solo un leggero antipasto”.

Camusso-Squinzi

”Culturalmente – aggiunge il premier – mi colpisce questa strana assonanza tra il capo dei sindacati e il capo degli industriali che insieme, davanti alla scommessa politica di togliere per la prima volta alla politica e restituire ai cittadini e alle imprese, si oppongono. Lo ritengo un ottimo segnale che siamo sulla strada giusta”.

Per Renzi è ”uno scontro tra palude contro torrente impetuoso”: ”chi in questi anni ha fatto parte dell’establishment, vive con preoccupazione i cambiamenti di merito e di metodo. Soffrono il fatto che si facciano le riforme senza concordarle con loro. Ma se queste riforme aiutano imprese e famiglie e colpiscono i politici, io vado avanti”.

Europa

È sulle riforme che ”si gioca la nostra credibilità”: in Europa ”sono interessati alle riforme, non alle virgole”. Per gli italiani, aggiunge, ”è l’ultima chance” e, promette, ”non la falliremo”. Renzi ribadisce che ”quello del 3% è un vincolo basato sul Trattato di Maastricht e quindi risalente a molti anni fa” ma questo non vuol dire che l’Italia non lo rispetterà.

”Dopodiché – aggiunge -, l’Europa deve decidere che vuol fare del proprio futuro. Se vuole impostarlo su una maggiore attenzione alla crescita e all’occupazione. O se si limita a uno sguardo burocratico, tecnocratico sulla realtà”. ”La nostra battaglia – precisa – non è per ottenere una deroga al 3%” ma ”nel semestre italiano vogliamo discutere, approfondire, capire cosa possiamo modificare per far sì che le regole del gioco aiutino l’Europa a crescere”.

I ‘sorrisi’ di Barroso e Van Rompuy? Se ”son contenti e sorridono mi fa piacere – dice Renzi -. Quello per cui lavoro io è perché sorridano di più le famiglie italiane: in quest’ultimo periodo quando pensano all’Europa non sorridono granché. Ma, insisto, non è colpa dell’Europa, bensì delle riforme mancate”.