Maugeri, intercettazioni Villa: “Formigoni limpido? Si arrampica sugli specchi”

Pubblicato il 15 Febbraio 2013 - 09:27| Aggiornato il 30 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – “Roberto Formigoni limpido come acqua di fonte? Si arrampica sugli specchi”. Il Corriere della Sera pubblica le intercettazioni di Mauro “Willy” Villa, segretario particolare di Formigoni alla Regione Lombardia. Nell’intercettazione  del 18 aprile 2012 Villa commentava così l’autodifesa del governatore lombardo che si paragonò a Gesù. Le intercettazioni riguardano l’inchiesta sulla Fondazione Maugeri, in cui  Formigoni è indagato per associazione a delinquere.

Il Corriere della Sera riporta poi le parole di Francesco Beretta, ex direttore generale della Sanità regionale lombarda, ex Memores Domini e convivente di Formigoni per 4 anni, che spiega come i soldi pubblici destinati alla sanità fossero sviati su fondi privai Maugeri e San Raffaele:

“«È così, quando ero in Regione vi erano decisioni assunte dal presidente alle quali bisognava trovare soluzioni tecniche che garantissero il risultato di erogare all’ente richiedente la somma richiesta. L’esempio del San Raffaele è evidente». Tutto a scapito dei cittadini, perché l’«eccesso di remunerazioni per le prestazioni connesse alle funzioni» a cuore dei privati, esemplifica Merlino riguardo a un capitolo da 135 milioni, «per noi della struttura tecnica avrebbe dovuto essere utilizzato diversamente».

Le intercettazioni non riguardano solo Villa, che non è indagato, ma anche Alberto Perego, convivente di Formigoni e indagato, ed altri collaboratori del governatore lombardo. Anche Formigoni è stato intercettato, ma a “scacchiera”, scrive il Corriere, tra aprile e maggio 2012.

Gli inquirenti hanno poi trasformato in “cimice” il funzionario che nella Banca popolare di Sondrio, che si occupava dei conti di Formigoni, dopo che lui stesso contattò i pm nel 3 ottobre 2012 e che ad agosto scorso dichiarò:

“«Tra il 2003 e il 2005 mi capitava di essere ricevuto da Formigoni al Pirellone e di avere da lui contanti tra i 5 mila e i 20 mila euro in banconote da 500. I soldi mi venivano consegnati personalmente da Formigoni negli incontri “a quattr’occhi”, e servivano per eseguire dei bonifici a favore di Emanuela Talenti», che poi ai pm si dirà «fidanzata di Formigoni» all’epoca.

Per gli inquirenti, che tra gli 8 milioni di benefit di Daccò a Formigoni conteggiano ad esempio «non meno di 270 mila euro consegnatigli in contanti a Milano da Daccò», è uno dei tanti riscontri a quanto già rilevato esaminando tutti i conti di Formigoni: e cioè «operazioni bancarie eseguite con modalità tali da non rendere visibile la disponibilità del contante, la cui provenienza non risulta riconducibile ad emolumenti percepiti né a prelevamenti eseguiti»”.