Migranti, chi chiede asilo dovrà lavorare. Ecco il piano Minniti

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Gennaio 2017 - 09:28 OLTRE 6 MESI FA
Migranti, chi chiede asilo dovrà lavorare. Ecco il piano Minniti

Migranti, chi chiede asilo dovrà lavorare. Ecco il piano Minniti

ROMA – Chi chiede asilo in Italia dovrà svolgere lavori socialmente utili. E’ una delle principali novità contenute nel pacchetto immigrazione del Viminale che sarà presentato mercoledì in Parlamento dal ministro Marco Minniti. Il Corriere della Sera ne anticipa i contenuti. Tra le nuove proposte anche i nuovi Cie, uno per Regione da massimo cento posti l’uno e l’ipotesi di eliminazione del reato di clandestinità.

Secondo quanto riportato dal Corriere, il piano sul quale dovranno pronunciarsi le Camere viaggia in parallelo con i nuovi accordi bilaterali che il governo punta a siglare, con gli Stati africani che in cambio di aiuti sono disposti ad accettare rimpatri.

Il Corriere spiega anche come funzioneranno i nuovi Cie:

Massimo cento posti, stabili demaniali lontani dai centri delle città, preferibilmente vicini agli aeroporti. All’interno lavoreranno i poliziotti per effettuare la procedura di identificazione ed espulsione in modo da poter poi pianificare i rimpatri. La vigilanza esterna potrebbe essere affidata ai soldati che finora hanno svolto compiti di sorveglianza per il dispositivo antiterrorismo. All’interno sarà sempre presente un «garante» che possa verificare il rispetto dei diritti degli stranieri. A Roma, Torino, Crotone e Caltanissetta si è deciso di utilizzare i centri già operativi, altrove si stanno individuando gli edifici adeguati. Dovrebbero rimanere escluse la Valle d’Aosta e il Molise, anche tenendo conto delle difficoltà per effettuare i trasferimenti.

Quale percorso attenderà i nuovi migranti?

Due mesi dopo la presentazione della richiesta di asilo, ai migranti viene rilasciato un documento in cui vengono indicati come «sedicenti» rispetto alle generalità che hanno fornito al momento dell’arrivo. Basterà quel foglio per inserirli nel circuito dei lavori socialmente utili che diventerà uno dei requisiti di privilegio per ottenere lo status di rifugiato. Proprio come già accade per il corso di italiano obbligatorio per chi vuole ottenere la cittadinanza. Si faranno convenzioni anche con le aziende per stage che potranno essere frequentati da chi ha diplomi o specializzazioni, proprio come avviene in Germania, nell’ottica di inserire gli stranieri nel sistema di accoglienza avendo la loro disponibilità a volersi davvero integrare.

Perché abolire il reato di immigrazione clandestina?

Da tempo i magistrati chiedono l’abolizione proprio perché impedisce di rendere effettive la maggior parte delle espulsioni. Chi viene denunciato e poi processato per questo illecito può infatti chiedere e ottenere di rimanere in Italia fino alla sentenza definitiva. Con il risultato di non poter effettuare il rimpatrio, anche se lo Stato di nascita concede il nulla osta.