Migranti e Ong, nel governo è scontro tra Marco Minniti e Graziano Delrio

Pubblicato il 7 Agosto 2017 - 14:55 OLTRE 6 MESI FA
Migranti e Ong, nel governo è scontro tra Marco Minniti e Graziano Delrio

Migranti e Ong, nel governo è scontro tra Marco Minniti e Graziano Delrio (Nella foto Ansa, Minniti e Gentiloni)

ROMA – Scontro interno al governo sui migranti: da un parte il ministro dell’Interno, Marco Minniti, che chiede la rigida applicazione del codice di comportamento per le navi delle ong che operano nel Mar Mediterraneo, dall’altra il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, da cui dipende la Guardia costiera, favorevole ad una linea più morbida. In mezzo, a tentare di mediare, il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.

Se l’obiettivo di Minniti è quello di frenare i flussi migratori (cosa che del resto sta avvenendo, con un calo drastico degli arrivi negli ultimi giorni), per Delrio il codice di condotta non deve dimenticare le regole internazionali del salvataggio in mare.

E adesso, scrive Alberto Gentili sul Messaggero, la parola d’ordine a Palazzo Chigi è abbassare i toni dello scontro tra le due sponde. Uno scontro che ha portato alla confusione, nel fine settimana, sul caso della nave di Medici senza frontiere (che non ha sottoscritto il codice di comportamento) Prudence. 

Sabato notte, ricorda il quotidiano romano,

si diffonde la notizia che due unità della Guardia costiera stanno per approcciare Prudence (…) a 33 miglia da Lampedusa. Il Viminale scende sul sentiero di guerra. I collaboratori di Minniti fanno presente che l’operazione vìola le nuove regole. (…) Dall’entourage di Delrio viene risposto che l’operazione è concordata con il Viminale. Che «si permette il trasbordo, fuori dalle acque territoriali italiane, per garantire assistenza a 127 migranti da 2 giorni a bordo di una nave cui non è permesso l’accesso in porto, proprio nel rispetto del codice di comportamento». Peccato che la mattina dopo Medici senza frontiere (Msf) fanno sapere di avere agito su «indicazione del Centro di coordinamento del soccorso marittimo di Roma della Guardia costiera».

Da qui è partito lo scontro. Con l’opposizione che ha colto la palla al balzo. Il forzista Paolo Romani che ha chiesto l’intervento del governo e il leghista Roberto Calderoli che attacca: “Dal danno alla beffa, siamo noi ora a pagare le spese per il trasbordo dei migranti. Tanto valeva lasciar fare il servizio taxi alle navi delle Ong”.

Delrio, però, difende la propria linea, nel rispetto, prima di tutto, delle normative nazionali e internazionali e nell’interesse di salvare vite umane, come del resto è scritto anche nello stesso codice di condotta per le ong. La stessa Guardia costiera è tenuta a mettere al primo posto il soccorso in mare. In questa situazione Gentiloni proverà a mediare.