Migranti, Minniti fa il punto: “Porto più sicuro non significa più vicino. No allo stato d’emergenza”

di Redazione Boeri
Pubblicato il 20 Luglio 2017 - 10:09 OLTRE 6 MESI FA
Migranti, Minniti fa il punto: "Porto più sicuro non significa più vicino. No allo stato d'emergenza"

Migranti, Minniti fa il punto: “Porto più sicuro non significa più vicino. No allo stato d’emergenza”

ROMA – Migranti, Minniti fa il punto: “Porto più sicuro non significa più vicino. No allo stato d’emergenza”. Il ministro dell’Interno Marco Minniti ha fatto il punto in Parlamento sulla situazione sbarchi, relazionando sui progressi come l’apertura delle Ong sul nuovo codice di condotta, chiudendo alla suggestione di dichiarare lo stato d’emergenza, infine definendo con più chiarezza il concetto giuridico di porto sicuro, non necessariamente sovrapponibile al porto più vicino.

“Né il ministero né il governo ritengono sussistere le condizioni” per dichiarare lo stato di emergenza umanitaria per il tema migranti, ha dichiarato Minniti durante il question time. “La politica sui flussi migranti – ha aggiunto – salvo eventi straordinari, deve essere affrontata in modo strutturale e lontano da logiche emergenziali”.

“Porto sicuro non vuol dire porto più vicino”. “La cornice normativa internazionale prevede una serie di obblighi, tra i quali l’immediato intervento in assistenza di qualsiasi persona in pericolo in mare, senza distinzioni di nazionalità o di status giuridico, nonché l’obbligo di sbarcare i naufraghi in luogo sicuro. Tali obblighi di soccorso cessano non appena i naufraghi giungono presso il luogo sicuro, che è quella località dove le operazioni di soccorso si considerano concluse, in quanto considerate soddisfatte le necessità primarie, di sicurezza e di protezione dei diritti fondamentali dei naufraghi stessi. Ai sensi delle citate convenzioni, alla nozione di luogo sicuro non corrisponde quella di luogo più vicino”.

“Il luogo sicuro – ha aggiunto – deve essere individuato nelle proprie acque SAR dalle autorità del paese che assume la responsabilità dell’intervento di soccorso, come tale idoneo a soddisfare le esigenze primarie dei naufraghi”.