Ministeri a Monza: il Tribunale di Roma li chiude, la Lega protesta

Pubblicato il 19 Ottobre 2011 - 14:09 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Umberto Bossi e la Lega li avevano fortemente voluti, ora il tribunale di Roma chiude i ministeri a Monza. Il Tribunale di Roma ha infatti cancellato le sedi di Monza dei ministeri di Umberto Bossi e Roberto Calderoli accogliendo il ricorso dei sindacati di palazzo Chigi. Calderoli subito replica:  ”No, non chiudono. Ci consulteremo con la Presidenza del Consiglio ma per me quel che deve essere affrontato e rimosso sono gli eventuali problemi sindacali”.

Così la ‘battaglià portata avanti e vinta l’estate scorsa dalla Lega Nord è andata in fumo. Il colpo di spugna del giudice Anna Baroncini arriva per condotta antisindacale.

Il ricorso era stato infatti promosso dai sindacati della presidenza del Consiglio che avevano appreso “dell’istituzione delle sedi a Monza – spiega il presidente del consiglio direttivo del Sipre (Sindacato indipendente della Presidenza del Consiglio dei ministri) Alfredo Macrì – dai giornali e dai Tg. La decisione era stata adottata e portata avanti senza coinvolgere le organizzazioni sindacali o attivando, come previsto dalla legge, informazione preventiva e concertazione prima di procedere” al taglio del nastro, trasformatosi l’estate scorsa in una vera e propria festa leghista.

Ora un decreto del giudice del lavoro, depositato stamani, annulla gli effetti dei provvedimenti “stabilendo la chiusura – sottolinea Macrì – delle sedi periferiche affidate ai ministri Bossi e Calderoli”, rispettivamente “un dipartimento e una struttura di missione”. Condannando per di più la presidenza del Consiglio al pagamento di un terzo delle spese legali. La sentenza, in realtà, si limita ad annullare gli effetti dei provvedimenti che sono stati adottati con condotta antisindacale.

“Di fatto – precisa Macrì – le sedi periferiche cessano di essere strutture della presidenza del Consiglio. Noi – puntualizza – ci eravamo spinti più in là, chiedendo l’annullamento dei decreti istitutivi. Ma questo tipo di decisione è stato rinviato al giudice amministrativo. Tuttavia, la sentenza depositata oggi ci dà ragione e rende ‘inagibilì le sedi di Monza”.

“Se decideranno di ignorare questa pronuncia e continueranno ad avvalersene – avverte Macrì – siamo pronti a ricorrere anche al giudice amministrativo. Siamo stufi di regole che vengono puntualmente disattese, non ne possiamo più». Il ricorso era stato promosso, oltre che dal Sipre, dal Sindacato nazionale autonomo presidenza del Consiglio dei ministri (Snaprecom). I due sindacati esprimono «viva soddisfazione per il risultato ottenuto in un periodo in cui tutto il pubblico impiego è fatto oggetto di provvedimenti legislativi discriminatori e di svariati attacchi denigratori anche da parte di autorevoli membri del governo”.

Dopo una lunga battaglia durata tutta l’estate, Bossi e compagni avevano ottenuto l’apertura degli uffici di rappresentanza di quattro ministeri al nord. Inaugurati il 23 luglio, dal primo settembre hanno aperto i battenti le sedi distaccate alla Villa Reale di Monza dei ministeri dell’Economia, delle Riforme, della Semplificazione e del Turismo. Già il 16 settembre, però, la magistratura si era interessata di queste sedi distaccate: la procura di Monza ha iniziato a tenere sotto controllo l’attività al loro interno, sospettando che più che sedi di rappresentanza dei ministeri, siano dei luoghi usati dalla Lega Nord come sedi di partito.