Molise: Michele Iorio condannato a 18 mesi

Pubblicato il 22 Febbraio 2012 - 23:11| Aggiornato il 23 Febbraio 2012 OLTRE 6 MESI FA

CAMPOBASSO – Il governatore del Molise Michele Iorio e’ stato condannato ad un anno e 6 mesi per abuso di ufficio. La sentenza e’ stata emessa questa sera dai giudici del tribunale di Campobasso al termine del processo per la vicenda Bain&Co, la societa’ presso la quale lavorava uno dei figli del governatore e che aveva ottenuto due consulenze dalla Regione Molise. Al momento della lettura del verdetto,Iorio che oggi aveva assistito a tutta l’udienza, non era in Aula, il suo avvocato Arturo Messere ha annunciato ricorso in appello.

Iorio e’ stato condannato, oltre al pagamento delle spese processuali, all’interdizione dai pubblici uffici per 1 anno e 6 mesi. La pena e’ stata sospesa. I giudici hanno anche deciso che il risarcimento dei danni alla parte civile dovra’ essere stabilito in separata sede. Le motivazioni della sentenza saranno rese note in 90 giorni.

L’impianto accusatorio e’ stato confermato. ”Sono state accolte le mie richieste”, cosi’ il pubblico ministero, Fabio Papa, ha commentato la sentenza. ”La prendo come una sentenza ingiusta – ha invece commentato Arturo Messere, legale di Iorio – e aspetto di vedere cosa ne pensano i giudici superiori.  Faremo ricorso. Io ho le mie convinzioni e le mantengo ferme perche’ ritengo che il fatto non costituisca reato. I giudici – ha aggiunto – ce li da’ la nostra Repubblica, ce li manda il Padre Eterno e ce li dobbiamo tenere. Per fortuna ci sono i giudici superiori e c’e’ la presunzione di non colpevolezza fino alla condanna definitiva”.

La vicenda per la quale Iorio e’ stato condannato risale agli anni 2003-2004, quando la Giunta regionale del Molise, su proposta dello stesso Iorio, affido’ due consulenze (una sulla realizzazione dell’autostrada Termoli-San Vittore e una sulla sanita’ regionale) alla multinazionale Bain & co., societa’ presso la quale lavorava uno dei figli del governatore. Secondo l’accusa, dunque, il governatore, abusando dei suoi poteri, si fece promotore degli incarichi anche in presenza di un interesse proprio e di un suo strettissimo familiare, procurando cosi’ un vantaggio alla societa’.