Strappo Montezemolo-Casini: “L’Udc è in confusione”

Pubblicato il 10 Settembre 2012 - 19:19 OLTRE 6 MESI FA
Luca di Montezemolo (Foto Lapresse)

ROMA – Se è crisi vera o solo una scossa di assestamento si capirà con il tempo. Per ora registriamo lo “strappo” di Luca di Montezemolo con l’Udc di Pier Ferdinando Casini. Domenica il leader dell’Udc presenta alla convention di Chianciano due “nomi nobili” che potrebbero far parte del futuro orizzonte politico: Emma Marcegaglia, non ufficialmente in politica ma tentata dall’Udc, e Corrado Passera, che ufficialmente smentisce un impegno politico che vada oltre il governo tecnico ma in un futuro prossimo, chissà. Progetto politico che prevede Monti dopo…Monti. Montezemolo non ha ancora sciolto la riserva sul suo futuro politico, probabile che con questi nomi grossi in circolazione possa ritenere lo schieramento un po’ troppo affollato. Ed ecco che “Italia Futura”, fondazione che fa capo al presidente Ferrari, pubblica sul suo blog un commento al vetriolo sugli ultimi passi dell’iniziativa di Casini. Ecco qualche brano riportato dall’Ansa:

”I messaggi che escono della convention di Chianciano, se solo si va oltre le photo opportunity di rito, appaiono sommamente confusi”. E’ quanto si legge in un editoriale sul blog di ‘Italia Futura’, associazione presieduta da Montezemolo, nel quale si critica anche la riproposizione di personaggi politici ‘vecchi’. ”L’UDC – si legge nell’editoriale non firmato appena pubblicato su ‘Italia Futura’ – ha fatto buona pesca (copyright Guerzoni- Corriere della Sera), mentre la società civile italiana ha dimostrato, e non è la prima volta, la sua subalternità alla politica, anche quella indebolita di questo finale di seconda Repubblica”. Nell’articolo, nel quale si parla di ”messaggi sommamente confusi” usciti da Chianciano, si punta il dito soprattutto contro chi ha aderito all’iniziativa dell’Udc senza approfondire prima il vero contenuto programma. E si critica una ”prima fila” di personaggi politici ”davvero poco nuovi”.

”Da una parte – si legge – l’UDC si candida a proseguire la politica del rigore e del rinnovamento inaugurata dal governo Monti, dall’altra schiera una prima fila che, sia pure con grande rispetto per le persone e le storie individuali, di nuovo ha davvero poco: Paolo Cirino Pomicino, Ciriaco De Mita, Rocco Buttiglione, Giorgio La Malfa, Giuseppe Pisanu e financo Renata Polverini (che in un passaggio esilarante del discorso di Casini viene addirittura portata ad esempio come avversaria degli sprechi e dei privilegi!)”. ”Sullo sfondo – prosegue – si intuisce il profilo di una classe dirigente locale, che soprattutto nel Meridione, incarna abitudini e comportamenti lontanissimi dal rappresentare quello che l’Italia chiede oggi alla politica. Il rischio di proseguire una politica che ha spesso visto l’UDC montiana a Roma e lombardiana in Sicilia è quanto mai concreto”. ”Possibile – ci si chiede nell’articolo – che ai ministri e ai viceministri accorsi a Chianciano, non sia venuto in mente di prendere del tempo per capire la reale concretezza dell’ operazione prima di spendere il loro piccolo o grande patrimonio di credibilita’?”.

”Le buone intenzioni dell’UDC devono essere salutate positivamente – si osserva – si tratta dell’unico partito che sino ad ora ha preso atto almeno a parole della necessità di riformarsi e aprirsi alla società civile. Ma si tratta per l’appunto di parole e d’intenzioni. Per questo ci domandiamo se proprio l’incapacita’ dimostrata in questo frangente dalla classe dirigente non politica che abbiamo visto in prima fila a Chianciano, di porre con forza il tema di un vero rinnovamento, nei programmi e nelle persone, prima di precipitarsi a ingoiare l’esca di una promessa di candidatura, non contribuirà a frenare, piuttosto che ad accelerare, un gia’ difficile percorso di riforma della politica”. ”Fossimo nei panni di un dirigente di lungo corso dell’UDC riterremmo, oggi più di ieri, che questa società civile, che si può avere un tanto al chilo, non richiede impegni particolarmente stringenti al cambiamento”. ”Insomma – conclude l’editoriale – se al pescatore Casini va dato atto di aver fatto buona pesca con poca pastura, il fritto misto che esce dalle cucine di Chianciano rischia di essere una pietanza indigesta per gli elettori e per il paese”.

Succinto il commento dell’Udc: ”Italia Futura dice che da Chianciano sono giunti messaggi sommamente confusi. Noi, invece, amiamo sommamente quanti possono migliorare la politica. Adesso aspettiamo Italia Futura”.