Da Montezemolo un no alle elezioni. Italia Futura: “Ricompattare la maggioranza” e “Berlusconi delude”

Pubblicato il 12 Agosto 2010 - 13:13 OLTRE 6 MESI FA

Luca Cordero di Montezemolo

In questa estate infuocata, almeno dal punto di vista politico, c’è ancora chi cerca di evitare le elezioni anticipate e auspica una mediazione. E’, ad esempio, “Italia futura”, la fondazione vicina a Luca Cordero di Montezemolo, secondo cui: “Andare alle elezioni non risolverà alcun problema. Perderemmo solo altri sei mesi”. Allo stesso tempo, però, la fondazione di Montezemolo bacchetta Berlusconi e dice: “Delude e vince perché non ha concorrenza”

”Berlusconi, Fini e Bossi – si legge sul sito internet – hanno il dovere di chiudere lo scontro istituzionale che non è degno di un Paese civile, di ricompattare la maggioranza sulla base di un programma elettorale anche minimo, di riforme essenziali per i cittadini e di completare la legislatura”.

”Berlusconi – prosegue “Italia futura” – è stato uno dei più capaci imprenditori italiani e sa bene che, alla fine, dopo tutte le chiacchiere e le attenuanti, un leader si misura sulla base dei risultati. Questi, nel giudizio dei cittadini, sono deludenti e ciò conterà nella valutazione del suo operato più di tutte le elezioni vinte per difetto di concorrenza”.

”L’ennesima ordalia elettorale rappresenterebbe il peggior finale di una lunga e improduttiva stagione politica”, aggiunge Italia Futura, secondo cui ”il bilancio della seconda repubblica e’ fallimentare”. L’associazione vicina all’ex presidente della Fiat parla infatti di un ”Paese bloccato, invischiato in una transizione infinita e privo di un progetto comune”. Senza contare poi, prosegue Italia Futura sul suo sito internet, ”che il fallimento della seconda repubblica e’ certificato dalle parole di Berlusconi, che dopo quasi dieci anni da presidente del Consiglio si dichiara impossibilitato a governare per colpa delle istituzioni che non e’ stato capace di riformare”.

”Questa legislatura – e’ il giudizio secco di Italia Futura – si sta chiudendo con un conflitto istituzionale, e tra schizzi di fango, senza precedenti”.

”Paradossalmente la prospettiva delle elezioni sembra elettrizzare proprio chi dovrebbe viverle come una sconfitta – si legge ancora – Evidentemente si ritiene esistano gli ingredienti per un nuovo successo elettorale, primo fra tutti l’identificazione di chi ha assassinato il governo: e’ successo nel ’94 con Bossi, nella legislatura 2001-2005 con Casini e sta accadendo ora con Fini”.

”Non e’ che Berlusconi non abbia motivi legittimi di lagnanza – prosegue l’associazione vicina a Montezemolo – ma saper gestire gli alleati, rispettare le istituzioni e contribuire a tenere il livello dello scontro politico entro limiti accettabili sono qualita’ che non dovrebbero difettare a chi e’ ormai da quasi un ventennio un uomo politico”.

Italia Futura critica anche la legge elettorale: ”In Italia – si legge sul sito dell’associazione – l’importanza del mandato popolare e’ svilita da un sistema elettorale che impedisce ai cittadini persino di scegliere i propri rappresentanti. Poco importa se gli spettatori sono sempre meno e la maggioranza dei giovani non vota”.

Infine un’analisi socio-politica: ”La seconda repubblica sta affondando tra veleni e dossier, di dubbia provenienza, distribuiti tramite giornali militanti, di destra e di sinistra, e di siti di gossip, in spregio a qualsiasi regola di fair play. Qualcuno conta, tra l’altro, che questa palude di melma scoraggi qualsiasi velleita’ di partecipazione al dibattito pubblico di chi non e’ un politico di professione. E le sue speranze sembrano a questo punto ben riposte”.

Secondo Italia Futura, ”un assordante silenzio si leva dalla societa’ civile”. L’associazione vicina all’ex presidente di Confindustria osserva infatti che ”dalla societa’ civile si leva un assordante silenzio”. ”Le piu’ importanti associazioni private – prosegue l’intervento di Italia Futura – le personalita’ piu’ in vista della finanza, del mondo economico, culturale e professionale si guardano bene anche solo dal commentare lo spettacolo indecente a cui assistiamo ogni giorno”.

”Una volta si usava dire con orgoglio – si legge ancora – che prima di essere imprenditori, banchieri, professionisti o sindacalisti si era cittadini e come tali si riteneva doveroso far sentire la propria voce nel dibattito pubblico, anche su temi di interesse generale. Oggi sembra prevalere un atteggiamento opposto. Fanno eccezione esponenti di primo piano del mondo cattolico ed ecclesiastico, che anche in questi giorni sono intervenuti con coraggio per criticare ‘il sottosviluppo morale’ di un Paese che ha difficolta’ a ritrovarsi intorno a valori forti”.