Il Wall Street Journal incorona Montezemolo “re d’Italia”

Pubblicato il 1 Ottobre 2011 - 08:36 OLTRE 6 MESI FA

Luca Cordero di Montezemolo (Lapresse)

NEW YORK – Luca Cordero di Montezemolo “ha stile, ha successo, è multimilionario”, non avrà la corona ma per il Wall Street Journal è praticamente il “re” d’Italia: “The uncrowned king of Italy lo definisce il quotidiano bibbia di Wall Street.

Presidente della Ferrari, imprenditore facoltoso e “rappresentante della cultura italiana”, Montezemolo “è pronto a rinunciare alla sua bella vita per salvare un Paese nei guai?”, si chiede il magazine del quotidiano finanziario in un lungo ritratto dal titolo “La Bella Vita”.

Joshua Levine, il giornalista che segue con minuzia di particolari la parabola del manager – imprenditore – leader politico, scrive come incantato che “non è facile resistere al fascino di Montezemolo. Col suo taglio di capelli, il naso aquilino, lo stile raffinato in un doppio petto grigio e fazzoletto nel taschino, Montezemolo rappresenta una Italia impeccabile, in netto contrasto con il premier Silvio Berlusconi, che molti italiani vorrebbero vedere rimpiazzato proprio da lui”.

L’apologia di un uomo che ha collezionato successi e ruoli di potere nei posti più disparati, Ferrari, Fiat, Acqua di Parma, Poltrone Frau, Sigaro Toscano, si snoda intorno proprio intorno all’ipotesi di Montezemolo come protagonista del passaggio italiano dall’era Berlusconi a una nuova pagina di storia.

Montezemolo, ricorda il Wall Street Journal,  è arrivato nel 1991 alla guida di una Ferrari piena di debiti e problemi con le vendite. Adesso vende settemila veicoli all’anno “e potrebbe venderne molte di più se volesse”.

“C’è stato un calo durante la crisi del 2008, ma nessun trimestre in perdita. L’anno scorso, il fatturato è salito dell’8%, a 1,9 miliardi di euro e l’utile è salito del 27%, a 302,7 milioni di euro. Sotto la sua gestione, la Ferrari è tornata a vincere il campionato di Formula 1: dal 1999 in poi ha vinto 14 titoli”.

La storia di Montezemolo, così come la racconta il Wall Street Journal, sembra partire “direttamente dagli studi di Cinecittà” e il suo mentore era Gianni Agnelli. Tra i suoi amici, invece c’è Diego Della Valle, con il quale ha dato vita alla Ntv, la prima società privata di treni ad alta velocità. Di Montezemolo Levine fa notare il “sangue caldo” in opposizione con quello di Sergio Marchionne, l’amministratore delegato della Fiat.

Per il quotidiano economico amerivano bastano questi elementi per vedere intorno al manager “un’aura divina”. Così il WSJ snocciola date e numeri per avvalorare la sua tesi. Stando ad un sondaggio Swg, ricorda,  il 60% degli italiani è convinto che se Montezemolo entrasse in politica sarebbe solo un bene.

“Nel 2009 ha fondato Italia Futura, un’associazione “non partisan” per promuovere il dibattito politico. Non si tratta esattamente di un partito politico, spiega Andrea Romano, il professore di storia dell’Università Tor Vergata di Roma che la gestisce, ma un “marchio” politico associato a Montezemolo. I punti più importanti del brand: la competenza manageriale e l’appello a smantellare i pesi morti della struttura politica e rilanciare lo spirito imprenditoriale dell’Italia. Una cosa simile successe a Berlusconi quando entro sulla scena politica, ma poi è stato sviato”, scrive Levine.

“Montezemolo è affidabile”, ha detto Romano. “Sai che non si farà cogliere in un bunga bunga”. Poi, ricorda il giornale, Montezemolo in un’Italia nel caos che cerca di fare cassa ha mandato un segnale, annunciando pubblicamente di essere pronto a pagare più tasse.

Eppure il manager ha schivato la fatidica domanda di Levine riguardo a una possibile candidatura, rispondendo così: “Non voglio dire bugie, perché tra cinque o sei mesi potrebbe tornare da me e dire ‘Perché mi ha mentito?’. Ma al momento sono molto contento e occupato con la Ferrari”.

Ma la conclusione dell’articolo è emblematica. In un ristorante di  Bologna, racconta, un cameriere so avvicina al tavolo di Montezemolo. Sullo sfondo, la tv manda in onda i risultati delle ultime amministrative italiane, in cui “la candidata di Berlusconi a sindaco di Milano è uccisa in quello che viene considerato un referendum sulla popolarità di Berlusconi.

“Signore, sono pronto”,  annuncia il cameriere.

“Per cosa” ride Montezemolo.

“Per tutto!” è la risposta, mentre altri due camerieri si avvicinano, approvando con energia.

“Bene, sono già tre voti” dice Montezemolo visibilmente compiaciuto. “SI deve cominciare da qualcosa”.