Multe M5s, Pd: Legge democrazia partiti. “Fascismo renziano”

di redazione Blitz
Pubblicato il 9 Febbraio 2016 - 17:28 OLTRE 6 MESI FA
Multe M5s, Pd: Legge democrazia partiti. "Fascismo renziano"

Il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini

ROMA – Lettere purga, espulsioni ai dissidenti, penali da 150 mila euro ai futuri ribelli. Sono le regole di comportamento del Movimento 5 stelle che il suo principale avversario, il Partito democratico, non è più disposto a tollerare. A sferrare l’attacco è stato Lorenzo Guerini, vicesegretario Pd, chiedendo nuove norme sui partiti per garantire la democrazia interna, il pluralismo e la libertà di dissentire. In nome dell’articolo 49 della Costituzione. Ma per i grillini è “fascismo renziano”. 

Il caso è scoppiato su quel “contratto” preliminare che il M5S Roma ha fatto firmare ai canditati alle elezioni comunali. Una specie di dimissioni in bianco con multa da 150mila euro incorporata per chi disubbidisce alle direttive dello staff di Casaleggio.

Di qui la scelta di Guerini di scendere in campo: “Le sanzioni pecuniarie per chi dissente, proposte nel M5s, oltre a sfiorare il ridicolo, credo confermino l’ineludibile esigenza di procedere senza indugi a discutere e approvare una nuova legge sui partiti in attuazione dell’art. 49 della Costituzione”. E ha aggiunto: “Capisco che i grillini si oppongano perché significa garantire trasparenza alla vita dei partiti, regole per la democrazia interna, pluralismo, libertà di dissentire. Ma è un problema che non riguarda questa o quella forza politica ma un pezzo della qualità sostanziale della nostra democrazia”.

La stretta autoritaria per assicurarsi la fedeltà granitica degli eletti alle direttive M5s (e il silenzio assoluto con i giornalisti sulle questioni controverse e il tentativo di una selezione virtuosa del personale politico) corrisponde al vecchio sogno mai celato dal gruppo di Beppe Grillo di introdurre per i candidati M5S il vincolo di mandato, contro il dettato costituzionale. Ma per il deputato pentastellato Riccardo Fraccaro a peccare di “fascismo” è il Pd.

La legge sui partiti è “una controriforma ad castam – accusa Fraccaro su Fb – presentata dal Pd e fortemente voluta dal nominato premier che neutralizza il M5S, costringendo tutte le forze politiche ad adottare la forma partitocratica: se una simile norma liberticida venisse approvata, i cittadini a 5 stelle non potrebbero più partecipare alle elezioni”.

E ancora: “Il Pd vuole cancellare per legge l’alternativa di Governo degli onesti, siamo al fascismo renziano! Il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, meglio noto come il Cesare Previti di Renzi, ha dichiarato di voler approvare con urgenza la cosiddetta legge sui partiti”, spiega Fraccaro, che è pure membro della commissione Affari costituzionali della Camera.

“Il provvedimento stabilisce che solo i partiti politici possano partecipare alle elezioni, dotandosi di statuto e acquisendo personalità giuridica – aggiunge – Tutte le forze politiche devono quindi strutturarsi secondo il modello fallimentare della partitocrazia con segreterie, sezioni, tesorerie, congressi, tesseramenti fasulli. È ovviamente previsto anche un automatismo tra forma-partito e accesso ai cosiddetti rimborsi elettorali: il Pd, insomma, vuole riformare tutte le forze politiche a sua immagine e somiglianza”.

“Il M5S – sottolinea Fraccaro – è una libera associazione di cittadini. Non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro. Non ideologie di sinistra o di destra, ma idee. Vuole realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità dei cittadini il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi”.

“Con la legge partitocratica del Pd questo principio fondante verrebbe abolito, e con esso di fatto lo stesso MoVimento 5 Stelle. Ecco quanta paura fa al sistema dei partiti la libera associazione dei cittadini onesti. Il Pd – conclude Fraccaro – dovrà assumersi la responsabilità di lasciare milioni di cittadini senza rappresentanza, con tutto ciò che ne conseguirà in termini politici e sociali. Non ci fermeranno!”.

Ma il botta e risposta tra Fraccaro e Guerini non si ferma qui. A chi lo interpella alla Camera il vicesegretario Pd ribatte:  “Questa legge dà attuazione all’articolo 49 della Carta costituzionale. I Cinque Stelle studiassero la Costituzione, il dibattito che si è svolto in seno alla Costituente e il diritto parlamentare”.