Napolitano resta fino alla fine: “Sentirò 2 commissioni, urge nuovo governo”

Pubblicato il 30 Marzo 2013 - 13:19| Aggiornato il 30 Novembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Giorgio Napolitano intende restare Presidente della Repubblica fino all’ultimo giorno del suo mandato, il 15 maggio. Affiderà a due gruppi di persone differenti tra loro per convinzioni e posizioni il tentativo di trovare un’intesa per un Governo.

Napolitano non intente gettare la spugna perché “penso di poter contribuire fino all’ultimo giorno del mio mandato” a trovare una soluzione alla situazione di stallo determinata dalle elezioni politiche. Lo ha affermato lo stesso Napolitano in sala stampa al Quirinale.

“Persistono posizioni diverse”, ha ammesso il Capo dello Stato “non nascondendo al Paese le difficoltà che sto ancora incontrando e ribadendo la mia fiducia nella possibilità di un responsabile superamento della situazione che l’Italia attraversa”.

‘Ritengo di dover ancora una volta sottolineare – ha detto Napolitano – le esigenze che da parte di tutti i soggetti politici si esprima piena consapevolezza della gravità e urgenza dei problemi del Paese e quindi un accentuato senso di responsabilità, al fine di rendere possibile la costituzione di un valido governo in tempi che non si prolunghino insostenibilmente, essendo ormai trascorso un mese dalle elezioni del nuovo Parlamento”.

Napolitano poi ci tiene a precisare che il governo Monti è “operativo” e “tuttora in carica”, è “dimissionario ma non sfiduciato dal Parlamento”. “Il Governo – ha preannunciato – sta per adottare provvedimenti urgenti per l’economia, d’intesa con la Ue”. E’ pertanto essenziale nello schema tracciato dal capo dello Stato,”il contributo del nuovo Parlamento con i lavori della commissione speciale presieduta dall’onorevole Giorgetti”.

La soluzione di Napolitano, si può dire, viaggia su due binari: il governo Monti, che porterà avanti le questioni di ordinaria amministrazione, sarà avvicendato da due gruppi di “saggi” incaricati di individuare le riforme economiche e istituzionali per allontare il paese dalla crisi e non riconsegnarlo a nuove elezioni con una legge elettorale che rischia di restituire ancora una situazione in stallo, senza vere maggioranze parlamentari.

I nom dei “saggi” che comporranno le due commissioni annunciate da Giorgio Napolitano saranno resi noti nel pomeriggio, stando a quanto ha riferito l’Ufficio stampa del Quirinale.

Secondo l’agenzia di stampa Agi, della commissione faranno parte elementi del mondo politico e non, forse con qualche parlamentare. I lavori non avranno una scadenza preordinata. Il compito dei saggi sarà quello di stendere due rapporti, uno per le riforme istituzionali e l’altro per i più importanti provvedimenti di carattere sociale ed economico, che possano essere presi in considerazione come possibile punto per una base programmatica che indirizzi l’azione del prossimo governo. Non necessariamente sarà Napolitano ad avere in mano le due relazioni. Se queste dovessero essere consegnate dopo quello che lo stesso Napolitano oggi ha definito l’ultimo giorno del suo settennato (ad indicare che resterà al Quirinale fino alla fine) toccherà al suo successore studiare gli esiti delle ricerche”.
 
Napolitano non vede, nell’orizzonte del suo mandato, le elezioni anticipate. Ha risposto secco a un giornalista che gliene aveva chiesto opinione: “Questa questione non mi interessa. Io sono Presidente della Repubblica in pieno semestre bianco. Non mi occupo di problemi che non posso risolvere oggi con le mie funzioni”
 
Il voto anticipato riguarderà in effetti il successore di Napolitano e a questo proposito il Presidente uscente ha detto di augurarsi  “un’ampia intesa” tra le forze politiche per l’elezione del nuovo Capo dello Stato.
 
Per quanto lo riguarda, Napolitano nonostante “le difficoltà che sto ancora incontrando”, ribadisce “la fiducia nella possibilità di responsabile superamento del momento cruciale che l’Italia attraversa”.