Niente obiettori nei consultori nella Puglia di Vendola, protesta l’ordine dei medici

Pubblicato il 25 Giugno 2010 - 17:54 OLTRE 6 MESI FA

Nichi Vendola

La Puglia di Nichi Vendola accende il semaforo rosso ai dottori anti-aborto nei consultori pubblici, ma l’ordine dei medici si rivolta. I camici bianchi sono pronti ad un’azione contro la delibera della giunta approvata nel marzo scorso, la numero 735,  su proposta degli assessori al Welfare, Elena Gentile e alla Sanità, Tommaso Fiore. Il 26 giugno i sei presidenti degli ordini provinciali decideranno in una riunione il da farsi per ‘sabotare’ la svolta del governatore.

Nella riforma dei consultori targata Vendola c’è la volontà di agevolare l’applicazione della legge 194 e diminuire il tasso di aborti nella regione consentendo sempre la prescrizione dei contraccettivi:  “Attualmente – si legge nel programma – nei consultori pugliesi sono in servizio il 79,9 per cento di medici obiettori; detta quota deve essere ridotta progressivamente, provvedendo a sostituire immediatamente i medici obiettori che impediscono l’applicazione della 194”.

Il presidente dell’Ordine dei medici di Bari, Paolo Livrea, è contro questa manovra: “Ritengo che non si possa introdurre in una delibera o in un bando pubblico un requisito che vada a ledere la libertà di religione e di coscienza. A mio avviso non c’è base giuridica. L’obiezione di coscienza va rispettata, è un’adesione etica e non può essere oggetto di discriminazione. Anzi, è uno strumento di garanzia. Detto questo, se la Regione ha la necessità di tutelare le donne e i loro diritti, e questa esigenza effettivamente esiste, deve individuare altre soluzioni”.

Anche i presidenti degli Ordini dei medici di Brindisi e della Bat, Emanuele Vinci e Benedetto Delvecchio, appoggiano la battaglia anti-delibera. “Quando si prepara un bando pubblico non si può introdurre una clausola di questo tipo. Dall’altra parte – sottolinea – la 194 stabilisce che le Asl debbano prevedere all’interno delle proprie strutture la presenza sia di professionisti obiettori che non obiettori. Fatta questa premessa, ribadisco che l’obiezione di coscienza è prevista dalle norme italiane e dal nostro codice deontologico. E’ un principio che non può essere calpestato”, incalza il dottor Vinci.