Caorso o Viadana come probabili siti per il nucleare in Lombardia. Il ministro Romani annuncia Formigoni smentisce male

Pubblicato il 21 Ottobre 2010 - 08:43 OLTRE 6 MESI FA

Il neo ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani annuncia una centrale nucleare per la Lombardia, subito smentita anche se non in modo netto dal presidente della regione Roberto Formigoni. Ma per Legambiente e Verdi sono già stati individuati i siti che ospiterebbero gli impianti. Tanto che l’ambientalista ed ex consigliere regionale per i Verdi e per il Pd, Carlo Monguzzi ha dichiarato: «Formigoni deve avere un sosia, che ogni tanto lo contraddice. Qual è quello vero dobbiamo ancora scoprirlo».

Infatti il governatore della Lombardia si è limitato a dire: «Sono d’accordo con la scelta nucleare, ma siamo al giorno prima di un confronto che deve essere fatto a trecentosessanta gradi per valutarne l’opportunità». Una precisazione, quella del presidente lombardo, arrivata dopo l’affermazione del neoministro allo Sviluppo Economico. Per Paolo Romani è «probabile» che almeno una delle nuove centrali nucleari venga costruita in Lombardia, sottolineando di averne parlato con Formigoni, «che non ha fatto opposizioni pregiudiziali».

E si comincia a parlare di localizzazioni. Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, è sicuro che la sede lombarda sulla quale cadrà la scelta sarà Viadana, lungo il Po, fra le province di Mantova e Cremona. Il comune mantovano, in effetti, figura nella mappa dei luoghi ritenuti idonei in base ai criteri dell’Agenzia Onu dell’Energia Atomica. Per Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, «l’ipotesi più probabile sembra essere quella di Caorso, che è in Emilia Romagna, ma al confine con la Lombardia. Si tratta di un sito già militarizzato, con l’esercito a presidiarlo e una linea elettrica idonea. Ma anche Viadana è a rischio, perché è una zona a bassa densità di popolazione e a ridosso di un fiume».

La posizione di Legambiente è chiara: «La Lombardia non ha bisogno di una centrale nucleare, supera già il fabbisogno energetico dell’area. Oltre al problema sicurezza, legato alla gestione ordinaria del reattore nucleare, è ormai noto il fatto che in Germania sia stato certificato l’aumento del tasso di mortalità legata a tumori e leucemie, nei soggetti che vivono in prossimità di una centrale nucleare».

Ci sarebbero altre conseguenze immediate, come sottolinea ancora Carlo Monguzzi: «Una centrale nucleare comporta, per i cittadini, anche l’aumento del costo dell’energia sulla bolletta. Senza contare il problema dello smaltimento delle scorie. Non esiste al mondo un sito di smaltimento definitivo, gli Stati Uniti hanno speso 54 miliardi per un sito nel Nevada, e hanno poi dovuto abbandonarlo perché poco sicuro».

Damiano Di Simine afferma, fra l’altro, che «in questo momento l’economia lombarda, come più in generale quella italiana, è orientata alla realizzazione impiantistica delle fonti rinnovabili. Questo l’unico settore che non vede la crisi. Il nucleare uccide la potenzialità economica di quello che ad oggi è l’unico settore che funziona realmente».