Papa Francesco: “Cattolici non facciano figli come conigli. Tre numero ideale”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Gennaio 2015 - 20:31 OLTRE 6 MESI FA
Papa Francesco: "Cattolici non facciano figli come conigli. Tre numero ideale"

Papa Francesco: “Cattolici non facciano figli come conigli. Tre numero ideale”

ROMA – Papa Francesco: “Cattolici non facciano figli come conigli. Tre numero ideale”. Papa Francesco continua con le affermazioni destinate a dividere e far riflettere. Dopo il “pugno” che tanto ha fatto discutere da Papa Francesco arriva anche il calcio “dove non batte il sole”. Calcio sui genitali che, racconta Papa Francesco mentre torna in Italia dalla sua visita nelle Filippine, una volta è stato tentato di sferrare a chi tentava di corromperlo:

In quel momento io ho pensato ‘cosa faccio?. Li insulto, gli do un calcio dove non batte mai il sole oppure faccio lo scemo. E ho fatto lo scemo”.

Ma stavolta, Papa Francesco parla di un altro tema destinato ad aprire un dibattito tutto interno al mondo cattolico. Dice, e questo per molti praticanti rischia di essere veramente un calcio, che i cattolici non devono “far figli come conigli”. E indica anche un nucleo familiare “ottimale”, composto da padre, madre e tre figli. Le parole del Papa:

 “Alcuni credono che per essere buoni cattolici dobbiamo essere come i conigli”, “la paternità responsabile, questo è il punto”.  E “per questo nella chiesa ci sono i pastori, si cerca una via d’uscita che aiuti” e il sinodo lo farà”. “Io credo che il numero di 3 figli per famiglia sia quello ideale”

Sempre sul volo il Papa precisa il senso delle sue parole sul “pugno”. Stavolta ricorda il Vangelo e il porgi l’altra guancia. Poi, però, ricorda il nostro “essere umani”

 “In teoria – ha detto Papa Francesco – possiamo dire che una reazione violenta davanti una offesa, a una provocazione, in teoria se è  una cosa buona, non si deve fare, in teoria. Possiamo dire quello che il vangelo dice, dobbiamo dare l’altra guancia, in teoria possiamo dire che noi capiamo la libertà d’esprimere. E questo è importante, nella teoria siamo tutti d’accordo. Ma siamo umani e c’è la prudenza che è una virtù della convivenza umana”.  

 “Io – ha insistito – non posso provocare, insultare una persona continuamente perché rischio di farla arrabbiare, rischio di ricevere una reazione non giusta,ma questo è umano. Dico che la libertà  di espressione deve tenere conto della realtà umana e perciò dico deve essere prudente. Una maniera di dire che deve essere educata. La prudenza è la virtù umana che regola i nostri rapporti, io posso andare fino a voi, posso andare di là, di qua. Io questo volevo dire che in teoria siamo tutti d’accordo, c’è libertà di espressione..una reazione violenta non è buona, è cattiva sempre, ma nella pratica fermiamoci un  po’, perché siamo umani, rischiamo di provocare  gli altri. Per questo la libertà deve essere accompagnata dalla prudenza”.

L’aneddoto sul “calcio dove non batte il sole”. 

“Io – ha raccontato Papa Francesco – ricordo una volta nell’anno 1994, appena nominato vescovo del quartiere di Flores di Buenos Aires, sono venuti da me due impiegati, due funzionari di un ministero. “Ma lei qui ha tanto bisogno, ha tanti poveri, nella villa – miserias” . “Oh si” – ho detto io”. “Ma noi possiamo aiutare. Noi abbiamo, se lei vuole, un aiuto di 400mila pesos”, quel tempo un pesos e un dollaro era uno a uno, 400mila dollari. “e voi potete fare?” “si, si”. Io ascoltavo perché quanto l’offerta è tanto grande anche il santo sfida. E poi andando avanti “e lei per fare questo noi facciamo il deposito e poi lei ci dà la metà a noi”.    

“In quel momento io ho pensato ‘cosa faccio?. Li insulto,  gli do un calcio dove non batte mai il sole oppure faccio lo scemo. E ho fatto lo scemo: Ho detto, “Ma lei sa che con le vicarie non possiamo fare conto, noi dobbiamo fare il deposito in arcivescovado con la ricevuta. E li è tutto”. “A non sapevo, piacere” e se ne sono andati. Ma io poi ho pensato, se questi due sono atterrati direttamente senza chiedere pista, è un cattivo pensiero, è perché qualcun’altro ha detto di sì. Ma è un cattivo pensiero. Ma sai la corruzione è facile farla. Ricordiamo questo peccatori si, corrotti mai. Dobbiamo chiedere perdono, quei cattolici, quei cristiani che scandalizzano con la loro corruzione, è una piaga della chiesa. Ma ci sono tanti santi, tanti santi. Che sono peccatori, ma non corrotti”.    

La domanda posta al Papa prendeva le mosse dalla sua denuncia, nei giorni scorsi a Manila, di come la corruzione (rpt,corruzione) sottragga risorse per lo sviluppo dei poveri.