Pasolini, parla Pelosi: “Lo uccisero cinque uomini, non io”

Pubblicato il 25 Febbraio 2009 - 13:51| Aggiornato il 21 Marzo 2009 OLTRE 6 MESI FA

Si torna a parlare della morte di Pasolini. Lo fa Giuseppe Pelosi, l’ex ragazzo di vita in una intervista inedita a Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza, autori del volume “Profondo nero”, appena uscito.

Pelosi, condannato per l’uccisione di Pier Paolo Pasolini,  per la quale ha scontato quasi dieci anni di carcere, sostiene che non solo non fu lui, quella tragica notte del 2 novembre 1975, a commettere il delitto, ma furono cinque altri uomini.

Quella sera c’erano pure Franco e Giuseppe Borsellino. Stavano tramando qualcosa di brutto, me ne sono accorto subito, e  ho detto loro chiaramente che io non ne volevo sapere nulla. I Borsellino erano diventati fascisti, andavano a fare politica”.

Pelosi rivela di aver fissato l’appuntamento con Pasolini già una settimana prima dell’omicidio. Racconta: appena giunti all’Idroscalo di Ostia sulla GT di Pasolini, è apparsa una macchina scura dalla quale sono scesi cinque uomini che hanno preso e poi massacrato il poeta gridandogli “Sporco comunista, frocio, carogna”.

Pelosi racconta di essersi avvicinato a fatto compiuto: “Pasolini stava antipatico a qualcuno, è stato ucciso per motivi politici”.

Al processo, tutti i periti, compresi quelli nominati dall’accusa, sostennero che Pelosi quella sera non era in grado di intendere e di volere ma la giuria non tenne conto di questa unanime valutazione: Pelosi si fece 9 anni, 7 mesi e 10 giorni di galera.

Ora sostiene di essersi preso tutte le responsabilità “perchè ero lo scemo di zona, ho pagato solo io per questa storia”. Pelosi ha anche confermato di aver ricevuto numerose minacce nel corso degli anni che lo hanno sempre “invitato” a tacere.

fg