Patto Bersani-Vendola: Di Pietro out, Casini c’è. Primarie a tre anche con Renzi

Pubblicato il 1 Agosto 2012 - 12:47 OLTRE 6 MESI FA
bersani vendola

Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola

ROMA -Pier Luigi Bersani dice sì a Nichi Vendola e no ad Antonio Di Pietro. Vendola accetta, e a sua volta chiude la porta al leader Idv che, a suo giusizio “non sta mostrando interesse” per la costruzione di un’alleanza di centrosinistra. Di Pietro incredulo attacca: “Se Vendola rompe tradisce i lavoratori”. Fatto è, traditore o meno, che Vendola ha scelto dopo tanto titubare e ora le primarie del centrosinistra avranno tre candidati: Vendola, Bersani e Matteo Renzi.

Le parole del leader di Sel cancellano la “foto di Vasto” in attesa di un nuovo scatto con il volto di Casini al posto di quello di Di Pietro. Per Vendola, infatti, “il propagandismo esasperato di Di Pietro lo sta portando alla deriva”.  Quanto alla possibile alleanza con l’Udc per ora il leader di Sel non chiude e si dice  aperto a coalizioni che comprendano “tutti quelli che vogliono modernizzare l’Italia” e che abbiano al centro “i diritti sociali e civili delle persone, come i diritti delle coppie gay”. Non esattamente l’identikit di Casini.

Bersani, poco dopo, fa eco a Vendola. E su Di Pietro spiega che è l’ex magistrato ad essersi in qualche modo chiamato fuori: ‘L’Idv ha fatto la sua scelta da un po’ di tempo, ha scelto un’altra strada”. Ben diverso il tono quando il leader del Pd parla dell’incontro con quello di Sel: ”Un incontro molto buono e molto utile. Si possono fare passi avanti molto importanti, c’e’ lavoro da fare ma vedo tutte le prospettive positive. Abbiamo bisogno di qualche mese per garantire l’impegno ad un governo dai contenuti seri”.

Il polo della speranza. ”Sel – ha spiegato il Vendola – è disponibile ad essere un soggetto fondatore al pari del Pd di un polo della speranza per costruire l’alternativa a 30 anni di liberismo che hanno portato l’Italia in grande crisi”. Ma Vendola fissa anche i paletti: di lista unica Pd-Sel non se ne parla è solo “fantapolitica”.

”Con Bersani abbiamo discusso a lungo dei contenuti della carta di intenti – ha aggiunto  Vendola – e tra qualche ora ci sarà un documento di Sel che vuole interloquire nel merito dei temi. A Bersani ho sottolineato la necessità di una rottura molto più limpida con politiche di liberismo che hanno segnato 30 anni e portato l’Italia in una condizione di grande crisi”.

Per il leader di Sel ”è necessario costruire un polo della speranza, una coalizione del futuro per offrire una prospettiva alle giovani generazioni a partire da un piano straordinario del lavoro”.  Quello che serve, a suo giudizio, è la costruzione ”di una coalizione larga e plurale per essere un credibile punto di svolta”.

Difficile, invece, per Vendola ipotizzare una convergenza con Fini: ”Vuole ricostruire il centrodestra, il mio progetto è il centrosinistra. E’ difficile che le strade possano coincidere”.

Di Pietro si schernisce. ”Credo che sia difficile, direi impossibile, per Sel, il partito di Nichi Vendola – afferma – rompere con l’Italia dei Valori, perché vorrebbe dire rompere con le battaglie in difesa del lavoro. Mi rifiuto di pensare che Vendola possa rinunciare alle nostre battaglie sui diritti dei lavoratori. L’alleanza vera si fa sui programmi. Oggi noi siamo andati in Corte di Cassazione e abbiamo depositato due quesiti referendari, sull’art. 18 e sull’art. 8, entrambi in difesa dei lavoratori: quelli licenziati ingiustamente e quelli a cui viene tolto il contratto collettivo di lavoro”.

”Credo – prosegue – che sia difficile, direi impossibile, per Sel, il partito di Nichi Vendola, rompere con l’Italia dei Valori, perché vorrebbe dire rompere con le battaglie in difesa del lavoro. Chi pensa di fare a meno dell’IdV nella costruzione di una nuova area riformista, di una coalizione che mette insieme sviluppo e solidarietà, pensa forse di poter fare a meno degli elettori. Anche dei suoi elettori. Mi rifiuto di pensare che Vendola possa rinunciare alle nostre battaglie sui diritti dei lavoratori”.