Pd, prendi il seggio e scappa. Onorevoli non versano al partito, buco 600 mln

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Marzo 2014 - 14:00 OLTRE 6 MESI FA
Pd, prendi il seggio e scappa. Onorevoli non versano al partito, buco 600 mln

Ignazio Marino, secondo Il Fatto ha pagato in ritardo (foto LaPresse)

ROMA – Prendi il seggio e scappa. Senza pagare. Oppure pagando parzialmente o in ritardo. E’ quanto succede, secondo un’inchiesta del Fatto Quotidiano, all’interno del Pd. Succede a tutti i livelli, dai seggi di Camera e Senato fino alle sezioni di provincia. Causando un buco che secondo l’autore dell’articolo, Luigi Franco, è di almeno 600 milioni  di euro.

Tutto nasce dalla galassia di regole all’interno del Partito. Lo Statuto infatti prevede che ogni eletto versi nelle casse del partito una quota percentuale di quanto guadagna. Il problema è che molti non lo fanno, o lo fanno in ritardo. Come il sindaco di Roma Ignazio Marino che ha saldato in ritardo. Mancano ancora all’appello, invece, le quote di nomi importanti come Tiziano Treu e Riccardo Zaccaria

Le regole Pd, spiega il Fatto, sono chiare e ribadite in più punti. Ma il risultato non è dei migliori:

In base agli accordi in fase di candidatura, i parlamentari dovrebbero versare 1.500 euro al mese al Pd nazionale. E poi un contributo al Pd regionale e provinciale di provenienza che varia a seconda del regolamento finanziario locale. Ma i conti non tornano. Nel bilancio nazionale del 2012, l’ultimo disponibile, “i contributi provenienti da parlamentari” sono contabilizzati per 4.836.518 euro. Ma i 200 deputati e 100 senatori democratici in carica nel 2012 avrebbero dovuto essere ben più generosi e fare arrivare in cassa 5,4 milioni di euro.

Una mancanza di attenzione che stupisce: i loro versamenti sono infatti una voce importante dei 37,5 milioni di euro entrati nel 2012, che nei prossimi anni, dopo l’abolizione del finanziamento pubblico voluta dal governo Letta, non potranno più contare su 29,2 milioni di rimborsi elettorali. Nella lista di chi ha contribuito con più di 5mila euro, allegata al bilancio, mancano ben 20 parlamentari. L’unico big assente è Ignazio Marino, che contattato da ilfattoquotidiano.it comunica di aver versato tutto a gennaio 2013, appena due mesi prima di candidarsi alle primarie del Pd per correre alla poltrona di sindaco. Il motivo? “Solo un ritardo ‘burocratico’”, assicura via sms. Tra ritardi e inadempienze, in ogni caso, nei quattro anni dal 2009 al 2012 l’ammanco totale è stimabile in 1,6 milioni di euro.

Il problema, spiega ancora Il Fatto, peggiora se si scende a livello locale:

Con le dovute proporzioni, alle federazioni locali del Pd va ancora peggio. E la questione, si scopre ora, è al centro del dibattito interno sin dall’anno scorso. Il 7 giugno 2013 Antonio Misiani eLuigi Berlinguer, in quel momento tesoriere e presidente della commissione nazionale di garanzia, hanno inviato a tutti i segretari e tesorieri locali una circolare in cui parlano di “diverse segnalazioni pervenute dal territorio in merito al mancato o irregolare versamento dei contributi previsti dalle norme statutarie e regolamentari da parte degli eletti e designati dal Pd”. Un problema ancora più rilevante a causa “della notevole riduzione dei finanziamenti pubblici ai partiti”. Per questo Misiani e Berlinguer chiedono alle strutture locali di fare rispettare le regole e di segnalare “gli eventuali inadempienti”. Un concetto ribadito poco più di un mese dopo, quando una missiva analoga viene inviata il 29 luglio a firma di Misiani, Berlinguer e questa volta anche dell’allora responsabile dell’organizzazione nazionale Davide Zoggia.