Pdl a poche ore dalla rottura. Berlusconi “Nessuna tregua”. Pronto documento per la “sospensione” dei finiani

Pubblicato il 29 Luglio 2010 - 16:49 OLTRE 6 MESI FA

L’unità del Pdl ha le ore contate e così anche Gianfranco Fini e i parlamentari a lui vicini. Ieri sera il presidente della Camera ha provato a porgere al cofondatore del Pdl un ramoscello d’ulivo ma non è servito a nulla. Per Berlusconi la misura è colma e anche l’offerta di pace di Fini è considerata assai tardiva. Quindi avanti con la rottura, con l’espulsione di Fini e dei suoi, di sanzioni nei loro confronti. Una linea che è stata messa a punto questa notte, durante un incontro che si è tenuto a palazzo Grazioli (a cui ha partecipato anche Giuliano Ferrara), è stata ribadita durante un altro vertice a palazzo Grazioli che si è tenuto nel primo pomeriggio, e che sarà ratificata questa sera alle 19 durante l’Ufficio di Presidenza del Pdl.

La linea è stata messa nero su bianco in un duro documento di censura politica nei confronti del cofondatore del Pdl, considerato ormai da tempo lontano dalla linea del partito. Il testo prevede, oltre alla censura di Gianfranco Fini, azioni disciplinari verso alcuni deputati fininani (si parla in particolare di Italo Bocchino e Fabio Granata).

In particolare, per i deputati in questione si richiama l’applicazione dell’ articolo 48 dello statuto del partito che prevede ”in casi di particolare gravità” la ”sospensione immediata” di un esponente del Pdl. L’iter prevede poi l’apertura d’ufficio di un procedimento disciplinare davanti al collegio dei probiviri. Il giudizio definitivo – si legge sempre nell’articolo 48 – dovrà essere emesso entro 3 mesi dalla sospensione. I provvedimenti di sospensione dovranno essere convalidati dall’ufficio di Presidenza nella prima riunione successiva all’emissione del provvedimento.

Fini: fedeli al programma. Ai parlamentari che ha incontrato la terza carica dello Stato avrebbe assicurato che anche in caso di rottura determinata da sanzioni inflitte dal Pdl ad alcuni dei finiani, la linea non cambierebbe: “Restiamo fedeli al governo e al programma sottoscritto con gli elettori”.

La Russa e la “perturbazione”. “Che succederà oggi? Guardate le previsioni del tempo. Si annuncia una perturbazione…” dice Ignazio La Russa. ”Quello che non è consentito fare è una opposizione, non solo all’interno del partito, ma anche al governo dove ci sono molti amici” rincara Altero Matteoli. “Spero sempre che ci sia un miracolo nelle prossime ore” commenta il sindaco di Roma Gianni Alemanno.

Una delle prove manifeste dello stato di tensione tra il Cavaliere e Fini è stato il reciproco ignorarsi di questa mattina alla Camera. Tra il premier, presente sui banchi del governo, e il presidente della assemblea, neanche un saluto e nemmeno uno sguardo.

Ieri Berlusconi aveva minimizzato i rischi della cacciata dei finiani: “Se ci sara’ una divaricazione, i numeri sono abbondanti e non c’e’ alcuna possibilità di cambiamenti di governo o di maggioranza”. Contemporaneamente Fini, in un’intervista al Foglio chiedeva di “resettare tutto senza risentimenti”. Un appello che Berlusconi non ha accolto 3. Il premier, infatti, si dice convinto della necessità di una svolta nella vita del partito perché ”la gente è stanca di questo teatrino”.

A dare la sensazione che si è alla vigilia di un passaggio importanza nella vita della maggioranza e del Pdl sono anche le dichiarazioni fatte da Umberto Bossi nel Transatlantico di Montecitorio: ”Berlusconi e Fini? Ognuno andrà per la sua strada”.

Sono 37 i componenti dell’ufficio di presidenza del Pdl, che si riunirà questa sera per decidere la sorte dei finiani. Ne fanno parte, oltre al leader Berlusconi, i tre coordinatori, i ministri, i governatori del pdl, i capigruppo e altri esponenti del partito. Questi i nomi: Silvio Berlusconi Sandro Bondi (coordinatore) Ignazio La Russa (coordinatore) Denis Verdini (coordinatore) Gianni Alemanno (sindaco di Roma) Angelino Alfano (ministro della Giustizia) Italo Bocchino (vicecapogruppo Camera, finiano) Michela Vittoria Brambilla (sottosegretario al Turismo) Renato Brunetta (ministro della Pubblica Amministrazione) Ugo Cappellacci (governatore della Sardegna) Mara Carfagna (ministro delle Pari Opportunita’) Gianni Chiodi (governatore dell’Abruzzo) Fabrizio Cicchitto (capogruppo Camera) Raffaele Fitto (ministro degli Affari Regionali) Roberto Formigoni (governatore della Lombardia) Franco Frattini (ministro degli Esteri) Giancarlo Galan (ministro dell’Agricoltura) Maurizio Gasparri (capogruppo Senato) Mariastella Gelmini (ministro dell’Istruzione) Carlo Giovanardi (sottosegretario alla presidenza) Michele Iorio (governatore del Molise) Alfredo Mantovano (sottosegretario all’Interno) Marco Martinelli (vice responsabile organizzativo) Altero Matteoli (ministro delle Infrastrutture) Giorgia Meloni (ministro della Gioventu’) Stefania Prestigiacomo (ministro dell’Ambiente) Gaetano Quagliariello (vice capogruppo Senato) Andrea Ronchi (ministro degli Affari Comunitari, finiano) Gianfranco Rotondi (ministro per il Programma) Maurizio Sacconi (ministro del Lavoro) Caludio Scajola (ex ministro dello Sviluppo Economico) Antonio Tajani (vice presidente commissione europea) Renzo Tondo (governatore Friuli-Venezia Giulia) Giulio Tremonti (ministro dell’Economia) Adolfo Urso (viceministro dello Sviluppo Economico, finiano) Pasquale Viespoli (senatore finiano) Elio Vito (ministro per i rapporti con il Parlamento).