Cumulo pensioni, il Ministero lo affossa ma il Parlamento va avanti

Pubblicato il 12 Settembre 2012 - 16:57 OLTRE 6 MESI FA
Mario Canzio (Foto Lapresse)

ROMA – Braccio di ferro tra Parlamento e Governo sulle pensioni. La Ragioneria generale dello Stato (che è un organo del Ministero dell’Economica) ha bocciato il cumulo delle pensioni da parte di diversi enti (Inps, Inpdap e altri). Ma la commissione Lavoro della Camera ha deciso di andare comunque avanti con il disegno di legge bipartisan.

Nel suo no al ddl la Ragioneria sottolinea che questa possibilità di cumulare le pensioni costerebbe 2,5 miliardi. Per questo, secondo il Ragioniere generale dello Stato Mario Canzio, molto semplicemente “il provvedimento non può avere ulteriore corso”.

Il disegno di legge cambia la manovra del 2010 che, a sua volta, abrogava la legge del 1958 che permetteva il cumulo di posizioni previdenziali diverse. Con le privatizzazioni soprattutto negli Enti locali, molti lavoratori si sono trovati ad avere due posizioni, una con l’Inpdap o con altri Enti e una con l’Inps. Queste due posizioni, se non vengono ricongiunte, non permettono la pensione di anzianità, o fanno perdere parte dei contributi.

Dai calcoli dell’Inps risulta che le persone con almeno due posizioni contributive che hanno le condizioni per usufruire delle novità del ddl, e che andranno in pensione tra il 2013 e il 2022, sono 600.000. Tra questi, sempre secondo i calcoli dell’Inps 360.000 avranno benefici dalla nuova normativa.

Con il nuovo ddl l’Inps si ritroverebbe a dover pagare 209,9 milioni nel 2013, 434 milioni nel 2014, fino ad arrivare a 2,491 miliardi nel 2020. E secondo il Ragioniere generale Canzio i costi reali sarebbero anche superiori.

Ma la Commissione Lavoro soprattutto non ha apprezzato, per usare un eufemismo, l’osservazione dell’Inps secondo cui i maggiori oneri a suo carico derivano dalla possibilità di cumulare periodi assicurativi che altrimenti non sarebbero utilizzabili. “E’ inaccettabile. Compito istituzionale dell’Inps è dare la pensione ai lavoratori valorizzando ogni settimana di contributi, come dice anche la riforma delle pensioni nel Salva Italia”.