Pesaro, tangenti alla Commissione tributaria per aggirare il fisco: 6 arresti

Pubblicato il 22 Luglio 2010 - 19:40 OLTRE 6 MESI FA

Sei persone sono state arrestate nel Pesarese nell’ambito dell’inchiesta su presunte “mazzette” pagate da imprenditori della zona a funzionari della Commissione tributaria provinciale, per evitare controlli fiscali o alleggerire le proprie posizioni. Un funzionario della commissione sarebbe stato fermato in flagranza di reato, mentre intascava una tangente.

Sono stati arrestati uno dei giudici della Commissione tributaria Bruno Venturati, il segretario della Cpt Beniamino Mensali, bloccato in flagranza mentre ritirava una tangente di 10 mila euro, e l’imprenditore ittico fanese Athos Rosato, il “re delle vongole”. Rosato è fra gli ultimi superstiti dell’equipaggio di pescatori che nel 1964 ripescò nel mare di Fano la statua dell’Atleta greco di Lisippo, ed è noto anche perchè il 22 ottobre del 2008 fu vittima di un sequestro a scopo di rapina.

In manette sono finiti anche l’avvocato Attilio Sica, di Pesaro, e i commercialisti Paolo Tartaglia, di Pesaro, e Giuseppe Festini, un ex finanziere con studio a Fano. Secondo l’ipotesi accusatoria, i tre avrebbero fatto da tramite con il segretario della Cpt Mensali per la consegna del denaro pattuito con gli imprenditori.

Mensali avrebbe poi spartito le tangenti con Bruno Venturati, giudice relatore di tutti i contenziosi finiti nel mirino della procura. Il presidente della Commissione tributaria Alfredo Mensitieri aveva girato personalmente alla magistratura inquirente la segnalazione di un cittadino che aveva ricevuto richieste di denaro.

Dodici in totale gli indagati. Almeno otto gli episodi accertati da Carabinieri e Guardia di finanza, anche se il sospetto è che il meccanismo fosse più esteso. Gli importi delle “mazzette” variavano in media fra i 5 e i 15 mila euro. Ma sono state raccolti elementi anche su una “supertangente” da 200 mila euro, che sarebbe stata corrisposta per sanare un’evasione fiscale pari a 30 milioni.

Il prezzo dell’accomodamento con il fisco era direttamente proporzionale allo stato di avanzamento del contezioso: attorno ai 10 mila euro per ottenere la sospensiva dell’accertamento, nella fase preliminare; una somma più alta se il procedimento era andato oltre.