Dal Marocco una pornostar accusa: “Berlusconi mi ha violentata”

Pubblicato il 6 Luglio 2011 - 20:48 OLTRE 6 MESI FA

Ruby (foto LaPresse)

ROMA – Spunta dal Marocco una nuova Ruby. Marocchina come “l’originale” ma, a differenza di Karima El Mahroug, maggiorenne. Si tratterebbe, ma il condizionale è d’obbligo proprio per l’assenza di riscontri di Mouna Rajli,  pornostar con il d’arte nome di Aurora Barzatta. La donna, sui giornali marocchini, lancia un’accusa da brividi: “Berlusconi mi ha violentato e mi ha segregato per due settimane”.

Così, proprio nel giorno in cui la Corte Costituzionale fa tirare un piccolo sospiro di sollievo a Silvio Berlusconi giudicando ammissibile il conflitto di attribuzione sollevato dalla Camera, dal Maghreb arriva un’altra sorpresa.

Per ora, spiega il Tg La7 di Enrico Mentana, la notizia avrebbe trovato eco solo sulla stampa marocchina e nessuna conferma in Italia. Il fatto, poi, che la ragazza in questione sia maggiorenne, rende  diversa la storia.

Tutto parte da due giornali marocchini, il primo quotidiano nazionale, “Liberation Maroc”  e un sito, Maroc News, rivolto alla comunità marocchina in Italia.

Il caso, scrive Maroc News, risalirebbe al 16 marzo 2008, quando la ragazza spiega di essere stata invitata al compleanno di un amico produttore di film pornografici. Lì ci sarebbe stato anche un manager italiano attivo nel campo delle modelle, un certo “Carrlozzo”. (Il nome è evidentemente sbagliato, precisa il Tg La7, non risulta). Per evitare lo scandalo, riporta il sito, il premerie avrebbe offerto alla donna 100.000 euro e un lavoro nell’agenzia dello stesso “Carrlozzo”. Che, tra l’altro, non avrebbe gradito l’interferenza. Il racconto, obiettivamente, sembra presentare più di una falla. Due anni dopo, continua il giornale, Berlusconi avrebbe di nuovo fatto sesso con la donna salvo poi tagliare tutti i contatti dopo lo scoppio del caso Ruby.

A quel punto la donna avrebbe fatto denuncia. “Gli avvocati di Silvio Berlusconi – scrive Maroc News – si sono affrettati a negare le accuse, definendole “assurde e prive di fondamento”.

Evidente che qualcosa non torna. Innanzitutto della presunta pornostar sul web non esiste traccia. Sarebbe l’unico caso di pornostar ignota su internet. Non solo: è sbagliato il nome del presunto manager italiano e una “istituzione” in materia, come Riccardo Schicchi, intervistato da La7, non sembra averla mai sentita nominare. La sensazione, insomma, è che per portare il premier in tribunale, servano delle accuse un po’ più solide.