Primarie. Candidati Pd Sardegna. Rivolta in diretta: “Né Manconi né socialisti”

Pubblicato il 11 Gennaio 2013 - 09:36 OLTRE 6 MESI FA
Primarie. Candidati Pd Sardegna. Rivolta in diretta: “Né Manconi né socialisti”

Il Pd in Sardegna è in subbuglio, c’è aria di rivolta, se non di rivoluzione, contro le liste di Roma, le liste dei candidati decise dalla segreteria nazionale, s non personalmente da Pierluigi Bersani, certo da lui avallate e approvate.

La rivolta è contro alcuni nomi, ma non solo; è anche contro l’ordine in cui i nomi compaiono nelle liste, dato che da quell’ordine dipendono le probabilità di elezione.

Ci sono stai già, nel Pd, casi di protesta in altre regioni , come la Puglia, ma i caso della Sardegna rischia di diventare una vera e propria secessione, perché nella protesta contro le scelte di Bersani o dei suoi funzionari sembra unita la maggior parte dei dirigenti del partito.

La cronaca di una animatissima riunione della Direzione regionale del Pd in Sardegna, svoltasi a Oristano, è stata riferita con precisione e scrupolo cronistico da Alberto Urgu sul sito Sardiniapost.it. Vi si intrecciano nomi oscuramente locali con quelli di personaggi di spicco nazionale come Arturo Parisi e Renato Soru. La lettura è appassionante come quella di una partita di calcio e dovrebbe far cadere ancora qualche residuo capello dalla testa di Bersani.

La cronaca ha un inizio tacitiano:

“Da ieri sera nel partito è scoppiata la rivoluzione, con dimissioni a catena di coordinatori di circoli e autosospensioni di amministratori locali per protestare contro le ingerenze romane, con l’inserimento in lista di due nomi esterni come Luigi Manconi e uno ancora ignoto (forse un socialista), ma anche contro il ripescaggio di Francesco Sanna, bocciato nelle primarie del Sulcis”.

Alle ore 17, 25, quando la riunione ha inizio, in ritardo, la sala del coordinamento provinciale di Oristano, in via Canepa, è

“gremita in ogni ordine di posto, mentre il segretario Silvio Lai sta per prendere la parola”.

Al tavolo della presidenza ci sono il segretario Silvio Lai, la vice Francesca Barracciu, il presidente del partito Valentina Sanna e il coordinatore della segreteria Franco Marras. Si tenterà, scrive Urgu,

“di trovare una soluzione per uscire dalla crisi creatosi dopo la chiusura della Lista per le elezioni politiche”.

Per ora, nota Urgu, “il clima in sala appare disteso”.

Inizia a parlare Silvio Lai:

“Devo rendere conto del mandato ricevuto sull’ottenere rispetto del risultato emerso dalle primarie e della rappresentanza di genere. La trattativa con il nazionale è stata subito in salita”.

“Stiamo però attenti a cattivi consiglieri o ad attribuire al PD un vestito che il PD non ha”.

“Non ho proposte da fare mi rimetto al dibattito rispetto alle reazioni che riteniamo idonee a rappresentare gli stati d’animo che ci sono”. Frecciata a Sel: Con le primarie che ha fatto non può permettersi di criticare…

“La direzione nazionale ha dato un voto complessivo su tutte le liste. L’unica regione a non aver dato l’intesa è stata la Sardegna”.

“Ho mantenuto la linea decisa dalla direzione regionale”.

Silvio Lai introduce la possibilità di apparentamenti con due liste che hanno fatto richiesta: i rossomori e l’Upc. Conclude l’intervento rimettendo alla direzione la decisione sulla lista.

h. 17,50. Dopo Silvio Lai interviene Graziano Milia. “E” la prima volta che ci troviamo in una situazione di questo genere. Non era mai accaduta una cosa simime nella Dc o nel Psi. La ricostruzione che ha fatto il segretario Silvio Lai è veritiera. Nella direzione nazionale abbiamo votato contro in tre, io un calabrese e un altro. Poi ho visto anche Lai e Cabras votare contro”.

“Non si può essere autonomisti a intermittenza: solo quando si parla di nomi”

h. 18,00 Dopo Graziano Milia è il turno del consigliere regionale “renziano” Chicco Porcu.

“Non si è chiarito prima quanti fossero i posti in palio, sembrava fossero 10 e invece erano solo 7. La responsabilità è del segretario Lai che non è stato abbastanza chiaro. Caro Segretario ti devi assumere le tue responsabilità’. Non abbiamo sciolto il dubbio sul Partito Democratico Sardo o partito nazionale”.

“Le nostre autosospensioni sono coerenti col mandato assegnato al Segretario se il risultato non fosse stato raggiunto. Io ho perso ed ho accettato di aver perso. Non può succedere che chi ha perso si ritrovi a vincere”.

h.18,10. Dopo Chicco Porcu interviene Renato Soru, che si rivolge polemicamente a Porcu: “Ti sei sospeso o non ti sei sospeso?”. Dopo di che spiega che la delegazione sarda non è mai stata ricevuta dalla commissione elettorale.

Renato Soru: “Ho votato a favore della risoluzione sulle liste perché si votava su tutte le liste d’Italia. Si parlava dell’Italia e non della Sardegna”.

“Io avrei preferito dare l’intesa avremmo avuto una donna in più, alla fine abbiamo tolto il posto ad una donna”.

“Ci piaccia non ci piaccia queste sono le regole e dentro quelle regole ci sta quanto emerso”

“Io non mi sento di chiamare questa consultazione come primarie, è durata pochi giorni, sono state fatte all’improvviso, dall’approvazione delle regole al risultato finale sono passate due settimane, un record”. La sala rumoreggia. “”Nel Sulcis Cani ha vinto ed è in posizione eleggibile, se anche Francesco Sanna è adesso in posizione eleggibile non toglie a Cani”.

Francesco Sanna si è guadagnato il posto con il merito. E’ importante che alcune competenze fossero nella disponibilità della dirigenza nazionale”.

h. 18,30 Interviene la docente universitaria Cristina Lavinio: “Il partito sta dando il peggio di sè. Le liste dovevano prevedere alternanza di genere, questo principio è stato tradito”.

h. 18,35 Tocca a Marina Spinetti: “Non mi auto sopendo, ma dissento profondamente. Non rinnoverò la tessera del Pd. Spero si possa riprendere questo percorso di Autonomia che è stato interrotto”.

“I ripescaggi sono frutto delle correnti, chi di noi non milita in un’area non riesce a fare vita politica in questo partito. Io sarei per la linea dura, i nomi dati dal nazionale non mi rappresentano, nel caso di Sanna ha prevalso il metodo correntizio”.

Dopo la Spinetti primo momento clou, interviene uno degli esclusi: Paolo Fadda.

h. 18,42 Paolo Fadda “Molto indeciso se intervenire. Faccio i miei complimenti a tutti quelli che hanno vinto alle primarie e ai volontari, che hanno lavorato durante le vacanze. E’ avvilente sentir dire che a seconda di chi vince le primarie siano serie o meno serie”.

“Se il problema sono io, io rinuncio, ma difendete la Sardegna, io non esco dal partito. Io mi ritiro ma fate la battaglia, ci stiamo presentando alle prossime elezioni regionali”. La sala ascolta in grande silenzio.

h. 18,45 Paolo Fadda attacca implicitamente Francesco Sanna “Ho fatto il candidato con gioia e onestà. Se avessi potuto scegliere come finire la mia carriera politica avrei scelto questo finale: voluto dagli elettori, bocciato da Roma. Non avrei accettato il contrario”.

“Commetteremmo un gravissimo errore a sottovalutare il malessere che c’è nel partito, in questi giorni ho preferito non parlare e non ho potere di fomentare. Silvio, guida tu questo processo. Io accetterò la posizione che il partito mi ha dato, anche fosse l’ultimo”.

Paolo Fadda chiude rivolgendosi a Lai “Silvio non pensare a te stesso, ti faccio un appello a nome di chi si sente tradito e se sono un ostacolo, io sono fuori dalla partita”.

Grandi applausi per Paolo Fadda, ora tocca a Mario Bruno.

h. 19,00 Mario Bruno “Le primarie andavano fatte aperte, il rinnovamento è stato comunque parziale. Ma il risultato andava rispettato. Dobbiamo pretendere la lista uscita dalle primarie”.

h. 19,05 Dopo Mario Bruno tocca ad Arturo Parisi: “Non potendo votare, dico subito come voterei. Il segretario ha dichiarato di non aver dato l’intesa alla lista. Condivido totalmente il giudizio che ha indotto il segretario a non dare l’intesa. Credo che la Direzione debba fare propria la scelta del segretario. Rifiutata l’intesa, il partito deve decidere cosa fare”.

“Vorrei rivolgermi a Renato Soru (assente) per dire che non mi riconosco nelle sue opinioni. Lui ritiene che sia normale sospendere la democrazia durante le elezioni, io penso l’opposto!” (grandi applausi)”.

h. 19,25 Siro Marroccu: “Si sta aprendo un vulnus che potrà pesare anche sulle elezioni del 24 febbraio. Non è una questione di regolamento, la percezione è di avere tradito lo spirito delle Primarie”

“La situazione esplode perché il ripescaggio alla Camera di Sanna e il paracadutare Manconi ed un socialista ignoto determina una situazione insostenibile. Il PDL sta esplodendo, potremmo essere chiamati ad un confronto elettorale immediato anche in Regione e rischiamo di arrivarci deboli, perché Roma ci divide”.

“La risposta può essere anche clamorosa, io sono a disposizione”.

h. 19,40 Luigi Lotto: “Nella nostra lista ci sono tre condizioni inaccettabili: venga rispettato lo spirito delle primarie. Non accetto imposizioni da Roma”

h. 19,50 Interviene Giampaolo Diana, che ieri si è dimesso da capogruppo in Consiglio regionale: “Mi sono dimesso da capogruppo mettendo le mie dimissioni a disposizione di Lai perché potessero aumentare il suo potere contrattuale nei confronti di Roma. Ma se siamo qui non siamo per crogiolarci. Se siamo qui è per fare qualcosa di più. Apprezzo chi ha votato contro perché ha rispettato il voto di questa direzione”.

Giampaolo Diana (riferendosi a Soru) “Chi ha votato a favore si è messo fori dal mandato di questa direzione regionale. Non sono disposto ad accettare alchimie, dobbiamo aiutare il segretario regionale a tentare di riaprire una discussione”. E rivolgendosi a Silvio Lai: “Devi andare a Roma, mettendo a disposizione anche il tuo mandato da segretario. Io non sono disposto a deglutire nulla che ci vogliono far masticare da Roma”.

h. 20,02 Piersandro Scano: “Senza la mia firma di candidato non sono candidato, il problema vero non è Roma. Siamo noi. Siamo in grado di costruire una posizione comune, una donna può essere capolista. Chiediamo a Roma di togliere la casella vuota a favore dei socialisti e farlo riempire a un vincitore delle Primarie”.

“Ne ho visto di tutti i colori, ma una cosa del genere non l’avevo mai vista. Non ha precedenti nel Pci, nella Dc e nel Psi. Nè per quantità, nè per qualità Dobbiamo scegliere tra accettare o trovare una soluzione”.

h. 20,10 Gianmario Demuro: “Sono entrato nel PD come luogo del massimo pluralismo. Unica cosa buona delle primarie é stato sperimentare la doppia preferenza. L’errore è stato non avere un collegio regionale. Non mi pare che il casus belli sia Francesco Sanna, ormai i giochi sono chiusi”.

h. 20,20 Pasquale Lubinu, sindaco di Ossi: “E’ stato un errore il messaggio del partito nazionale nel dire che il 90% sarebbe stato scelto con le primarie. Questo equivoco ha creato la rivolta cui stiamo assistendo”.

h. 20,30 Interviene Giacomo Spissu: “Abbiamo fatto bene a fare le primarie, ma la quota attuale di paracadutati è troppo alta. Negare l’intesa non ha prodotto risultati. Sono convinto che vadano rispettate le regole ed i principi e vanno rispettati sempre e vanno rispettati prima”.

h. 20,45  Thomas Castangia: “Metteteci nella condizione di fare la migliore campagna elettorale possibile, non sottovalutiamo l’impegno straordinario dei militanti PD. Le primarie portano entusiasmo, passione e coinvolgimento ma non sono manipolabili. Roma non può avere la moglie piena e la botte ubriaca, se c’erano competenze eccellenti lo dicevi prima delle primarie. La delegazione ha fallito perché il PD sardo è andato a Roma per pezzi ognuno a chiedere il posto per se e per la propria corrente”.

h. 20,55 Tore Cherchi: “E’ stato fatto un danno, il messaggio è stato sbagliato lo sconcerto c’è, la percezione dell’opinione pubblica è che una parte importante del circuito democratico messo in campo con le primarie è stato svilito”. Tore Cherchi chiede che la direzione dia un mandato forte al segretario per chiedere di modificare la lista.

h. 21,10 Giampiero Scanu si rivolge al segretario Silvio Lai “Ti consegno la mia piena disponibilità affinché tu possa negoziare una soluzione”.

“Vanno affermate due cose: dobbiamo riconoscere che il problema esiste e che il problema dobbiamo risolverlo. Siamo qui per interpretare un malessere nel popolo dei democratici. Se ne uscissimo sconfitti saremmo facile prede di quanti potranno certificare la nostra inconsistenza politica. Non possiamo trasmettere l’idea di un partito diviso e smarrito, dobbiamo trovare una via d’uscita”.

h. 21,20 Interviene Antonello Cabras: “Dovremo approvare un ordine del giorno, sono per non invitare nessuno a fare qualcosa. Dobbiamo contestare l’ordine della lista così come è stato approvato dalla direzione nazionale, dico l’ordine perché la legge elettorale determina l’elezione sulla base dell’ordine. Io credo che quella lista, in quell’ordine, non debba essere presentata”.

h. 21, 30 Ha inizio la replica del segretario Silvio Lai, che ha chiesto di interrompere ogni contatto esterno durante la sua replica.

La replica di Lai dura un’ora e il clima della assemblea, registrata come “disteso per ora” nelle note iniziali si è mutato in un “finale concitato” quando Lai ha finito di parlare. Riferisce Urgu:

“Nella sua replica Silvio Lai, sintetizzando quanto emerso nel dibattito, ha chiesto il mandato per rivendicare con la segreteria nazionale il diritto di consentire alla Sardegna di rivedere la lista nell’ordine e nella composizione. Rimettendo quindi in discussione i criteri “romani”. In particolare che la quota di candidati della segreteria nazionale debba corrispondere alla quota degli eletti. In parole povere: tornare al risultato delle primarie, più solamente i due capilista. Il Partito democratico sardo va quindi alla guerra con Roma, fino alla possibilità di gesti estremi, come la rinunzia collettiva alla candidatura. Adesso bisognerà attendere la risposta dalla segreteria nazionale, davanti alla ribellione di una intera regione”.

ORE 22.30 FINE DELLA DIRETTA e della riunione.