Primarie Pd, Renzi vuole maggioritario. Orlando salva Alitalia. Emiliano, no larghe intese

di redazione Blitz
Pubblicato il 26 Aprile 2017 - 22:16| Aggiornato il 27 Aprile 2017 OLTRE 6 MESI FA
Primarie Pd, confronto tv Renzi-Orlando-Emiliano. Scontro sugli 80 euro

Primarie Pd, confronto tv Renzi-Orlando-Emiliano. Scontro sugli 80 euro

ROMA – Alitalia, legge elettorale, affluenza alle primarie. E poi patrimoniale, migranti, tasse. Si snoda tra questi temi, il confronto tv tra i candidati alla segreteria del Pd, in onda su SkyTg24. L’unico dibattito prima delle primarie di domenica. Ed è subito scontro sugli 80 euro. “Una fissazione di Renzi”, secondo Michele Emiliano. “Non conosci la busta paga di un metalmeccanico”, ribatte lui. E Andrea Orlando che definisce il bonus “una scelta giusta, forse isolata” criticando invece che il bonus cultura sia stato dato a tutti anche ai figli dei ricchi.

Ad unire i tre è il blu d’ordinanza dell’abito e poco altro con Matteo Renzi sempre pronto a rivendicare il lavoro del suo governo, Michele Emiliano molto critico e Andrea Orlando attento a non dimenticare il suo ruolo nel governo ma più spostato a sinistra. Nei 60 minuti di confronto tv, i tre candidati alla leadership del Pd sono apparsi lontani e hanno marcato le differenze su temi come la patrimoniale, Alitalia, gli 80 euro ma anche sui diritti, come quello all’aborto.

Dopo una presentazione in stile X Factor, negli stessi studi di Milano della tv di Murdoch, il dibattito è stato serrato e con pochi sorrisi tra gli sfidanti. Seguendo lo stesso format utilizzato nelle precedenti sfide tv – risposte scandite da un countdown da 1 minuto e 30 secondi al massimo, con tre possibilità di replica da 30 secondi ciascuna, domande incrociate tra i candidati e dai supporter degli avversari e appello finale – il giornalista Fabio Vitale ha spaziato tra domande di politica nazionale fino ai tempi di attesa per una radiografia.

Biotestamento, no tasse alla Chiesa quando si adopera per il bene della Comunità e no all’uscita dall’euro sono gli unici argomenti che mettono d’accordo i 3 sfidanti. Il ruolo di Orlando, ministro del governo e ora sfidante, viene più volte alluso da Renzi. “A volte ho la sensazione che tu sia stato su Marte in questi anni, sei in Parlamento dal 2006 e hai votato il fiscal compact votando il pareggio di bilancio in Costituzione”, si scalda l’ex sindaco di Firenze quando l’ex diessino rivendica il suo europeismo e chiede, rivolto all’ex presidente del consiglio, di non dare “la colpa alla tecnocrazia perché scende in campo quando la politica fallisce”.

AFFLUENZA PRIMARIE – “Tutto ciò che sta sopra il milione va bene”, dice Matteo Renzi. “Io mi sono candidato per salvare il Pd, va bene qualunque cosa”. “Fisso l’asticella a quello che disse Matteo Renzi l’ultima volta: 2 milioni di persone, per me va bene il 51%”, dice Andrea Orlando.

ALITALIA – “Non più soldi pubblici ma una proposta del Pd al governo entro 15 giorni dall’elezione della segreteria, quindi entro il 15 maggio”, la proposta di Renzi. “Alitalia è stata una saga, un festival degli errori. E’ assurdo che il Paese come il nostro butti vita questa occasione”, aggiunge. “A forza di dire che il sindacato non serve a niente diventa difficile gestire questi passaggi – osserva Orlando – La liquidazione non è una strada che possiamo seguire. La politica faccia tutto quello che possibile perché dietro ogni posto lavoro c’è una famiglia e la dignità di un persona”.

LEGGE ELETTORALE – “Vorrei che facessimo tutti insieme una legge con il maggioritario”, dice Renzi. Un governo con Berlusconi lo hanno già fatto. Comunque, lo deciderà il parlamento”, aggiunge, chiarendo che per votare “c’è tempo fino a maggio 2018, secondo la Costituzione”. “Prima di tutto occorre fare la legge elettorale altrimenti occorrerà fare alleanze dopo il voto ma eviterei le larghe intese. Hanno fatto male a noi e alla destra”, se nessuno vince meglio “un governo di programma 10 punti condivisi”, afferma Emiliano.

JOBS ACT – “A me dispiace molto dirlo perché anche io speravo che il Jobs Act potesse dare risultati più forti” ma non è stato così e “occorre tornare su licenziamenti collettivi e disciplinari”, dice Orlando. Renzi ricorda i risultati ottenuti (oltre 700.000 posti di lavoro creati): “Se qualcuno pensa di far meglio, si accomodi”. “Bisogna ripristinare il diritto del lavoratore al reintegro”, dice Emiliano facendo riferimento all’articolo 18.

80 EURO – La temperatura sale quando si parla del bonus degli 80 euro. “Lui -attacca Emiliano riferendosi a Renzi- pensa di risolvere i problemi con i bonus, è una fissazione che abbiamo provato a toglierli dalla testa ma Matteo è testardissimo a insistere negli errori”. Ribatte Renzi: “Non so cosa c’entra quanto sono cambiato io. Non capire che 80 euro non sono un bonus vuol dire non conoscere la busta paga” di tanti cittadini “non sono un bonus ma un tentativo serio di dare una mano a chi non arriva a fine mese. Abbiamo dato 10 miliardi di euro a 10 milioni di italiani in 3 anni, la più grande opera di redistribuzione degli ultimi 30 anni”. “Renzi – chiosa Emiliano – ha guidato un governo sensibilissimo nei confronti dei potenti e per niente attento a chi non ha nulla”.

MIGRANTI – “L’Italia nel corso di questi anni, senza alcun aiuto dall’Europa, ha salvato migliaia di vite umane e se fossi il vicepresidente della Camera” Luigi Di Maio che ha “strumentalizzato vicenda Ong, mi vergognerei profondamente”, dice Orlando. “Il vice presidente della Camera ha attaccato le Ong, ma il problema sono gli scafisti non le Ong. Ma diciamo che qualcosa non funziona, l’ha capito per primo il ministro dell’Interno Minniti che lavora con straordinaria determinazione e tenacia”, la posizione di Renzi.

FISCO – Renzi: “No alla web tax”, perché “ci fregano e vanno da altre parti. Ci vuole l’unione fiscale europea: la partita è a Bruxelles, o si fa a livello europeo o saremo penalizzati”. Orlando: “La pressione fiscale va ridotta, ma dobbiamo vedere come perché non ci sono risorse per tutti e bisogna partire da chi sta peggio. Per questo – ha aggiunto – serve un’unione fiscale a livello europeo e poi lavorare sulla spesa pubblica. Va rivista – ha spiegato – non ridotta ma renderla più produttiva. E poi dovremmo rivolgerci a quell’1% della popolazione che detiene il 25% della ricchezza del paese. Se faranno questo sacrificio stapperanno qualche bottiglia di champagne in meno…”.

ARMI –  Cosa farebbero i candidati alla segreteria Pd se trovassero un ladro in casa e avessero un’arma in possesso? “Chiamerei la polizia perché una pistola in mano a me sarebbe un pericolo per tutti”, risponde Andrea Orlando. “Non ho il porto d’armi”, afferma Matteo Renzi. E Michele Emiliano racconta: “Ho dovuto girare armato per moltissimi anni e sono stato sotto scorta. E quindi so che vuol dire avere le pistole dietro i pantaloni, che bucano anche le tasche. Sconsiglio tutti dal possedere un’arma e se sentissi dei rumori in casa lascerei la pistola dov’è perché fonte di ulteriori dolori”. 

ABORTO – “Bene ha fatto Zingaretti” a garantire l’aborto negli ospedali del Lazio: “Chi fa quel lavoro deve garantire un servizio pubblico, frutto di battaglie del passato, per porre fine all’aborto clandestino”, dice con forza Andrea Orlando. “Il diritto all’obiezione di coscienza va garantito e allo stesso tempo l’aborto previsto da una legge dello Stato. In più serve educazione sessuale nelle scuole e un investimento nella cultura e nella consapevolezza delle nuove generazioni. L’aborto, secondo la legge, deve essere evitato il più possibile”, replica Matteo Renzi. “E’ un dramma soprattutto per le donne e si fa fatica a comprendere questo tema soprattutto nelle aule parlamentari: si discute spesso di queste questioni solo per marketing politico e soffro moltissimo quando non si riesce a garantire una scelta drammatica”, ribatte Michele Emiliano.

POSTER IN CAMERETTA – Che poster avevano da quindicenni i candidati Pd sui muri e quale sceglierebbero oggi? E’ una delle domande poste nel corso del confronto su Sky.    “Avevo sul letto – racconta Michele Emiliano – un poster di Gigi Riva, mentre calciava in porta il terzo gol con la Germania. Oggi attaccherei quello di Juri Chechi, perché si è rotto il tendine come me. Io ho saltato solo la campagna elettorale, lui le Olimpiadi: gli è andata peggio”. “Avevo il poster di Berlinguer e anche una foto di Salvador Allende: oggi aggiungerei una foto di Nelson Mandela”, replica Andrea Orlando. E Matteo Renzi: “Il poster di Roberto Baggio l’ho venduto perché lo aveva venduto la Fiorentina. E poi avevo i Duran Duran e Bob Kennedy. Oggi se fossi un ragazzino di 15 anni e la dovessi buttare in politica direi che c’è un uomo che ha cambiato la storia di questo pianeta, Barack Obama”.