Primarie Pd, Matteo Renzi segretario. Trionfa: 68%. “Ora fine degli inciuci”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Dicembre 2013 - 08:00 OLTRE 6 MESI FA
Primarie Pd, Matteo Renzi segretario. Trionfa: 68%. "Ora fine degli inciuci"

Primarie Pd, Matteo Renzi segretario. Trionfa: 68%. “Ora fine degli inciuci”

ROMA – Matteo Renzi 67.8%, Gianni Cuperlo 18%, Pippo Civati 14,2%. Bastano i numeri a rendere superfluo ogni commento: Renzi è il nuovo segretario del Pd e soprattutto lo diventa con un’investitura netta. Un trionfo, quello del sindaco di Firenze, che va al di là di ogni aspettativa.

Perché quel 67,8%, quando lo scrutinio è alle battute finali,  vuol dire più o meno due milioni di voti. Ai gazebo, infatti, c’è stata fila: non c’è stato il flop temuto da più di qualcuno e alla fine, alle primarie del Pd, hanno votato in quasi tre milioni. Con un dettaglio significativo: più dei due terzi delle persone che hanno speso due euro e perso un po’ di tempo della loro domenica, lo hanno fatto per votare Matteo Renzi segretario.

La vittoria del sindaco era attesa  e prevista nei sondaggi. Ma a colpire sono i numeri di quella vittoria. Renzi avvicina il 70%, più o meno il 10% in più di quanto lo accreditava buona parte dei sondaggisti. Soprattutto Renzi ha portato ai gazebo centinaia di migliaia di persone se è vero come è vero che alla fine il dato dei votanti è stato più o meno in linea con quello delle primarie precedenti.

Le parole di Renzi.  ‘Basta alibi” non ce ne sono più per nessuno perché ”quando milioni di italiani vanno a votare” questo ci dicono. ”Non ci hanno dato solo 2 euro ma l’idea che si può credere nella cosa pubblica”. Matteo Renzi sale sul palco dell’Obihall a Firenze attorno alle 23 di domenica 8 dicembre, quando ormai i risultati sono chiari. Chiara è anche la strada che Renzi vuole far prendere al Partito democratico, un partito che lui non ha nessuna intenzione di portare a ”giocare nell’altro campo”, che se il risultato di oggi ”non segna la fine della sinistra ma di un gruppo dirigente”.  

Nessun problema col governo Letta : ”Forse useremo metodi un po’ spicci – dice mentre in platea sventolano bandiere del Pd e tricolori – ma non confondete l’ambizione di cambiare l’Italia con quella di cambiare un ministro o un governo. Sono tre mesi che i giornali scrivono che vogliamo cambiare dei ministri ma questo è secondario”. Quello che invece non è secondario, per niente, il nuovo segretario del Pd lo ribadisce quando attacca qualche vecchio ”neo centrista” che aveva brindato dopo la decisione della Consulta, ”gli abbiamo fatto andare di traverso la bottiglia” ha aggiunto.

E poi ancora una volta i sindacati ai quali chiede di cambiare verso. “Non serve avere una tessera di partito per avere buona idea. Non dobbiamo più vedere respingere chi sta fuori, come la gente respinta dai seggi. In un paese civile non può bastare l’iscrizione al sindacato per fare carriera. Il sindacato deve cambiare con noi”, è l’invito piuttosto deciso che lui rilancia forte di quasi il 70% dei voti.

Ora tocca alla sua generazione, a quella che con Civati 3 anni fa si trovò per la prima volta alla Leopolda: ”Caro Pippo chi lo avrebbe detto che in 3 anni saremmo stati maggioranza” ha detto pensando a quello che allora era un compagno di strada e che oggi ha corso contro di lui. Una persona che però ringrazia come fa con Gianni Cuperlo e con lo stesso Gianni Pittella. Certo i tanti voti sono il segno ”che c’è da scardinare un sistema” e anche che ”nessuno è più saggio di chi va a votare”. Una risposta anche al V-Day di Beppe Grillo, ricorda ancora Renzi, con persone che magari, vincendo lo stesso disgusto dei grillini, ”sono andati ai seggi per il giorno della proposta, per dire che cosa vogliono fare per l’Italia”.

Quello di Renzi è un successo oltre ogni aspettativa, per il quale lui ringrazia i tanti che gli sono stati vicini, primi fra tutti i figli, ”perchè quando un papà o una mamma pensa anche agli altri bambini – dice – sta cercando di costruire un mondo più giusto”. E dice grazie alla moglie Agnese ”lei sa il perchè”. La missione di prendere in mano il partito Renzi l’ha superata di slancio. Ora toccherà ad altri domandarsi come questo sia stato possibile. I renziani, corrente che da domani il segretario vuole sciolta, una risposta ce l’hanno: ”è l’uomo su cui il Partito democratico può davvero puntare per tornare a vincere nel Paese, per riprendere la speranza” dicono molti dei presenti all’Obihall. Le stesse parole che Renzi ha usato tante volte nella sua campagna elettorale.