Primarie Pd, Pippo Civati: “Quasi secondo”. Al nord batte Cuperlo

di redazione Blitz
Pubblicato il 9 Dicembre 2013 - 08:47 OLTRE 6 MESI FA
Pippo Civati (Foto Lapresse)

Pippo Civati (Foto Lapresse)

ROMA – “Quasi secondo. E non era affatto atteso: 300 mila voti, un risultato clamoroso. Ma avremmo potuto fare molto di più”. E’ “stanco morto”, Pippo Civati, terzo alle primarie Pd.

Ha percorso in lungo e largo l’Italia per tentare quella che tutti consideravano un’impresa impossibile. E negli ultimi giorni ci ha creduto, di poter superare almeno Gianni Cuperlo. Gli è riuscito, stando ai dati parziali, nelle Regioni del Nord: Lombardia, Marche, Piemonte, Veneto, Trentino, Val D’Aosta.

Al deputato monzese manca il Sud: l’impresa è solo sfiorata. Sono da poco passate le dieci, quando Civati riconosce la vittoria di Matteo Renzi.

“Con questo gruppo dirigente possiamo vincere le elezioni”. Al sindaco di Firenze con cui appena tre anni fa, nel 2010, lanciava l’istanza della “rottamazione” alla Leopolda, manda un sms: “Vabbè, così non vale”. Una vittoria larghissima, “pienissima”. Non c’è stata partita. “E’ stato più bravo di noi”, dichiara. Ma dopo la sconfitta della vecchia classe dirigente del partito, che è passata anche attraverso la sfida tra lui e Matteo, due “ragazzi del ’75”, si celebra “il vero momento di fondazione del Pd”.

A Civati resta l’orgoglio di aver “ritagliato spazi nuovi” nel partito, spazi “di sinistra”. E la convinzione di avere voce in capitolo, con i 300 mila voti raccolti alle primarie. Voce per ribadire innanzitutto che le larghe intese devono avere un termine di scadenza: si può approvare la legge elettorale “in una settimana” e tornare al più presto al voto per “vincere”.

Dopo aver votato questa mattina nella sua Monza, Civati percorre mezza Italia in treno, con tappe a Bologna e Firenze, in questa domenica di primarie. E quando arriva a Roma, al comitato elettorale allestito in un centro congressi nel quartiere San Lorenzo, è convinto di potercela fare a essere secondo. Perciò ammette un pizzico di delusione, alla fine: “Potevamo fare molto di più”.

Ma dal suo comitato elettorale fanno notare l’enorme scatto delle ultime settimane. Nel voto tra gli iscritti, spiegano, Civati aveva raccolto circa 27 mila voti, ora più di 300 mila: 13,5 volte in più. Cuperlo, invece, ha moltiplicato solo per 4 il voto dei circoli (da 116 mila a poco più di 400 mila). Da qui, promette il deputato monzese, si “continua”, con un’azione di pungolo perché il Pd targato Renzi abbia “più coraggio”.