Province ‘zavorra’ d’Italia: costano 14 miliardi di euro all’anno

Pubblicato il 5 Marzo 2010 - 10:33 OLTRE 6 MESI FA

La Sardegna ha raddoppiato le sue province, passando da 4 a 8

Allo Stato costano 14 miliardi di euro all’anno, ai cittadini circa 160 euro pro-capite ogni dodici mesi: le Province “sprecone” in Italia sono 110 in tutto. Danno da mangiare a 61 mila dipendenti e, invece di essere ridotte, sono aumentate: negli ultimi sette anni ne sono nate sette. Poi ci sono quelle in versione mini, ovvero con meno di 200 mila abitanti, che sono 19 in tutto, il 17 % del totale.

A detenere il primato del gruppo “piccolissime” è la Sardegna, che ha 8 Province su 1 milione e 600 mila abitanti, di cui quattro davvero striminzite: Medio Campidano (105.400 abitanti), Carbonia Iglesias (131.890 abitanti), Olbia Tempio (138.334 abitanti)  nella provincia di Cagliari e quella di Ogliastra (solo 58.389 abitanti) nella provincia di Nuoro.

Gli enti intermedi tra Regioni e Comuni gestiscono scuole e strade, promuovono i prodotti locali, ma costano allo Stato che spesso deve pagare viaggi, vizi e complementi d’arredo praticamente inutili. Un esempio? La provincia di Venezia ha speso 9.240 euro per il lampadario in vetro di Murano del Palazzo (sede dell’ente) di Cà Corner e 28 mila euro per le trasferte della giunta della leghista Francesca Zaccariotto.

È la fotografia dei centri di potere e della «fabbrica di poltrone» all’italiana quella del quotidiano la “Repubblica”. Le ultime manovre politiche non sembrano volere ridurre fondi e responsabilità alle province:  secondo il decreto sulla Protezione civile approvato dal Parlamento alle Province dichiarate in stato di calamità tocca «una somma pari a euro 1,5 per ogni residente». Poi c’è il decreto enti locali, votato con la fiducia alla Camera che prevede il taglio del 20 per cento dei consiglieri, ma la proposta fatta dal ministro della Semplificazione Roberto Calderoli non riguarda quelli attuali, bensì i candidati che verranno eletti in futuro.

Dei tagli annunciati dall’attuale presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in campagna elettorale però non c’è traccia. Le entrate tributarie incassate direttamente dalle Province sono di circa 4 miliardi di euro (3 miliardi 748 milioni, a fine 2009), provenienti da Rc auto (1,5 miliardi), imposta di trascrizione (881 milioni) e addizionale energetica (682 milioni di euro). Ma esse hanno “bisogno” di 3 miliardi per la viabilità, 900 milioni per la tutela ambientale, 1,6 miliardi per l’edilizia scolastica  e per lo sviluppo economico 1,2 miliardi.

Poi spendono 800 milioni di euro per i corsi di formazione professionale, gestiscono i centri per l’impiego per 500 milioni,  il trasporto pubblico extra urbano costa 1,3 miliardi, la promozione turistica 550 milioni. Per i 61 mila dipendenti le Province usano 2 miliardi 450 milioni di euro del budget, pari al 25 per cento. Infine ci sono i «4.207 amministratori: ovvero i 107 presidenti, i 107 vice, gli 863 assessori, i 107 presidenti dei Consigli, i 3.023 consiglieri. Sono i “politici” provinciali, ai quali sono desinati 119 milioni di euro l’anno. Di questi, poco più della metà (53 milioni) assorbita dalle indennità di presidenti, vice, assessori e presidenti dei consigli. Il resto (65 milioni) a beneficio dei consiglieri e dei loro gettoni. Oggi, il presidente di una piccola provincia (sotto i 250 mila abitanti) gode di un’indennità di 4.130 euro lordi mensili, quello di una grande provincia (oltre il milione di abitanti) un’indennità di quasi 7 mila euro».