Rai. De Siervo lascia. Casa Dall’Orto come House of Cards

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Maggio 2016 - 11:35 OLTRE 6 MESI FA
Rai. De Siervo lascia. Casa Dall'Orto come House of Cards

Rai. De Siervo lascia. Casa Dall’Orto come House of Cards

ROMA – Rai. De Siervo lascia. Casa Dall’Orto come House of Cards. La Rai e l’amministratore delegato di Raicom Luigi De Siervo hanno risolto consensualmente il rapporto contrattuale di lavoro che li legava. Segue comunicato Rai con saluti e ringraziamenti reciproci tra De Siervo e il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto. Ringraziamenti di rito se è vero che l’uscita di De Siervo, inquadrato tra i fedelissimi di Renzi di cui organizzò la Leopolda, è stata data come imminente almeno da inizio febbraio.

Annotato che Gian Paolo Tagliavia, ex Mtv e La7, con la direzione Digital, la presidenza di Raicom e un posto nel cda di Auditel è sempre più potente, giovedì Dagospia, che di Rai sa davvero tutto e di più, spifferava di un litigio furioso tra Campo Dall’Orto e Luigi De Siervo, ad di Raicom, che starebbe perciò progettando l’addio a viale Mazzini. La rissa non è confermata, anzi la voce sarebbe di quelle messe in giro solo per far dispetto all’interessato. Perché il renzianissimo De Siervo, tra l’altro presidente del sindacato dirigenti Adrai, è manager assai quotato e invidiato, e tutti sanno che Raicom ormai gli va un po’ stretta. Anche Campo Dall’Orto. (Giovanna Cavalli, Corriere della Sera)

Campo Dall’Orto, appena gratificato dal conduttore Nicola Porro di un sonoro “deficiente” in seguito alla cancellazione dai palinsesti del suo programma Virus, continua la sua politica di inserimento ai vertici di uomini fidati esterni all’azienda (l’ultimo è Paolo Galletti nuovo responsabile risorse umane) con innesco inevitabile di una guerra di logoramento con i dirigenti interni che gli è costata l’esposto alla Corte dei Conti e all’Anticorruzione da parte del sindacato Rai. Con il nuovo responsabile di Rai Sport Romagnoli che rischia di vedersi bocciato il piano editoriale e appare particolarmente nervoso se in piena conferenza stampa si è lasciato scappare un plateale “vaffa…” all’indirizzo di un giornalista impertinente.

Tornando a De Siervo, la spinta a farsi da parte nei confronti di un intimo dell’inner circle renziano, del giglio magico come si dice, suggerisce scenari alla House of Cards, giusto ingentiliti dal comune background toscano, dove tuttavia amicizie e cordate sembrano cambiar senso e logica in ragione delle scelte estemporanee di Dall’Orto: gli amici di ieri sono i nemici di oggi? e Renzi è già pentito di CDO ma non può rimangiarsi l’impegno? oppure briga da dietro le quinte contro ex vicini diventati ingombranti…?

Per esempio Luigi De Servio – che in epoca non sospetta giudicava un pericolo affidare a un amministratore delegato esterno (come Dall’Orto) la guida Rai dal momento che un manager di questo tipo prima deve capire come funziona l’azienda, quindi quando ha capito è pronto per spiccare il volo altrove (Ansa di un anno fa) – è il figlio di Ugo De Servio, per qualche giorno considerato l’arma segreta di Renzi per uscire dall’impasse del Quirinale prima che Mattarella fosse estratto dal cilindro. Ugo De Siervo, cattolico, cresciuto alla scuola di La Pira, è il papà di una delle amiche e collaboratrice storiche di Renzi, Lucia, mentre l’altro figlio è, appunto, Luigi capo dei dirigenti renziani in Rai.

Qualche giorno fa papà De Siervo, in veste di eminente costituzionalista, ha tirato un bel calcio a Renzi il riformatore, accostando il suo nome tra i 56 giuristi firmatari dell’appello contro la sua riforma: “Al mio ex sindaco faccio i migliori auguri come capo del governo ma non posso certo incitarlo come riformatore della Costituzione”, ha dichiarato con perfido sussiego. Mettiamoci anche la fuga del figlio Luigi e siamo a buon punto per una piccola congiura di non trascurabile pregio toscano…