Referendum costituzionale: via libera della Cassazione. Ipotesi voto metà novembre

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Agosto 2016 - 13:51 OLTRE 6 MESI FA
Referendum costituzionale: via libera della Cassazione. Ipotesi voto fine novembre

Referendum costituzionale: via libera della Cassazione. Ipotesi voto fine novembre

ROMA – Il referendum costituzionale sulla riforma Boschi si farà: la Corte di Cassazione ha infatti dato il via libera. Ora il governo di Matteo Renzi ha sessanta giorni per scegliere la data del referendum. Al momento per il passaggio politico più delicato per l’esecutivo si ipotizzano il 13 o il 20 novembre, anche se non si esclude il successivo fine settimana, quello del 27.

La Cassazione ha quindi validato le oltre cinquecentomila firme depositate per richiedere la consultazione sulla riforma. Voto cruciale per Renzi, con il Partito democratico spaccato e la minoranza che chiede al premier di cambiare la legge elettorale, l’Italicum, per votare a favore del quesito posto dal governo, che in caso di sconfitta potrebbe terminare la propria corsa.

Sui social il presidente del Consiglio ha rilanciato un tweet del Comitato per il sì nel quale si legge: “Adesso possiamo dirlo, questo è il referendum degli italiani”. Intanto l’M5S pressa chiedendo a Renzi “di smetterla di prendere in giro gli italiani e indicare immediatamente la data in cui si andrà a votare”. Anche il capogruppo di Sel, Arturo Scotto, si chiede: “Sarei piuttosto curioso di sapere quando si farà”.

Nella decisione della Cassazione si legge che l’Ufficio Centrale per il Referendum “ha dichiarato conforme all’art. 138 Cost. e alla Legge n. 352 del 1970 la richiesta di referendum depositata il 14 luglio 2016 alle ore 18.45 sul testo di legge costituzionale avente ad oggetto il seguente quesito referendario: Approvate il testo della legge costituzionale concernente disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione”.