Referendum: l’ultima bufala delle matita copiative. Perché Piero Pelù sbaglia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Dicembre 2016 - 09:28 OLTRE 6 MESI FA
Referendum: l'ultima bufala delle matita copiative. Perché Pelù sbaglia

Referendum: l’ultima bufala delle matita copiative. Perché Pelù sbaglia

ROMA – Referendum: l’ultima bufala delle matita copiative. Perché Pelù sbaglia. Quella della matita copiativa che si cancella è una bufala, l’ultima, perché non di matita indelebile si tratta: la gomma cancella il tratto ma non il segno impresso e questo senza rendere inutilizzabile la scheda. Solo l’abrasione, data la composizione chimica, cancellerebbe definitivamente il tratto: ma a questo punto la scheda sarebbe nulla.

Almeno su un punto aveva quindi ragione – avendolo poi verificato a proprie spese – Matteo Renzi: “La matita è sovrana”, aveva dichiarato qualche giorno fa. Sì, perché, sulla matita copiativa che si cancella, cioè che non sarebbe indelebile, era nata una leggenda metropolitana rilanciata dai sostenitori del No, dimostratasi appunto l’ultimo allarme a sproposito di questa infinita campagna elettorale.

E’ successo che il popolare cantante Piero Pelù, ieri si è portato una gomma per verificare che il suo tratto sul No non si cancellasse: quindi ha postato su Facebook la sua scoperta, visto che in effetti il tratto risultava parzialmente cancellato. Parzialmente, e infatti anche dalla foto il segno sul No si vede ancora. Anche l’attore Giorgio Gobbi (la spalla di Bruce Willis nel popolare spot di un telefono) si è portato la gomma al seggio, anche lui ha denunciato il fatto.

Che però, sia nel caso di Pelù che di Gobbi (e di un altro elettore a Genova nel seggio dove votava Grillo) è una denuncia infondata perché viene ignorato come funziona una matita copiativa usata per le votazioni, da non confondere con le matite indelebili. Francesco Zaffarano lo spiega bene su la Stampa.

Questo perché, sempre a causa della sua composizione, è fatta per resistere ai solventi che, invece, riescono a rimuovere l’inchiostro. È il motivo per cui, in passato, si usavano le matite copiative per firmare i documenti ufficiali. Qualcuno potrebbe chiedersi, però, perché non si vota con una penna. Oltre a poter essere cancellato (come appena spiegato, l’inchiostro può essere rimosso con un solvente), il tratto di una penna non può essere apposto sulle schede elettorali perché visibile sul retro di queste. Il segno tracciato con una matita copiativa, invece, non si trasferisce sul retro del foglio su cui scriviamo. (Francesco Zaffarano, La Stampa)