Referendum, Zanda (Pd): “Saranno i cittadini a scegliere i senatori”

di redazione Blitz
Pubblicato il 24 Novembre 2016 - 21:32 OLTRE 6 MESI FA
Referendum, Zanda (Pd): "Saranno i cittadini a scegliere i senatori"

Referendum, Zanda (Pd): “Saranno i cittadini a scegliere i senatori”

ROMA – “I futuri senatori saranno eletti dai cittadini grazie al punto d’incontro trovato in Senato in seconda lettura”. Lo sottolinea il capogruppo Pd di Palazzo Madama, Luigi Zanda, in un’intervista al Sole24Ore, in edicola giovedì 24 novembre.

“Nella nuova Costituzione – ha specificato Zanda – è chiaramente scritto che i consiglieri che andranno a ricoprire anche la carica di senatori saranno eletti dai Consigli regionali in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del
rinnovo dei medesimi organi'”.

“Non parlerei di elezione di secondo grado. La soluzione che abbiamo trovato per andare incontro non solo alla richiesta di molti parlamentari di maggioranza e di opposizione, ma anche ad una richiesta alta che viene dal Paese, configura un’elezione diretta – sottolinea Zanda – Per definirla servirà una legge ordinaria.

E il Pd ha deciso che il testo base che verrà sottoposto all’attenzione del Parlamento è quello Fornaro-Chiti, che prevede appunto un’elezione diretta. Possiamo immaginare una scheda con due spazi: una parte l’elettore sceglie il consigliere regionale e dall’altra il consigliere regionale che sarà anche senatore.

Il punto politico è che sia la riforma sia il testo base che il Pd presenterà come partito di maggioranza relativa prevedono l’elezione diretta dei futuri senatori”.

Continua Zanda:

“La nostra è una Repubblica organizzata su due autonomie: l’autonomia delle Regioni e l’autonomia dei Comuni. Quella delle Regioni è un’autonomia molto ampia che prevede anche il potere di legiferare. Le Regioni, in particolare, approvano vere e proprie leggi valide all’interno del proprio territorio.

Al Senato delle Autonomie, che è anche un luogo di compensazione politica dei diversi livelli di legislazione all’interno della Repubblica, arriviamo con 45 anni di ritardo. Avremmo dovuto fare questa riforma nel 1970 quando sono state istituite le Regioni.

Quanto alla qualità della classe politica regionale, io dico che la gran parte dei consiglieri sono persone di valore e di specchiata moralità. Non è giusto che per gli errori e le mancanze di qualcuno di loro si giudichi tutta un’intera categoria di amministratori”.