Regione Lazio, consigliere Righini condannato: Fratelli d’Italia lo sospende

Pubblicato il 26 Marzo 2013 - 22:43| Aggiornato il 15 Novembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Giancarlo Righini, neoeletto consigliere alla Regione Lazioè stato condannato e il comitato di Presidenza di Fratelli d’Italia ha deciso di sospenderlo. Righini è stato condannato a 4 anni in primo grado per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta. Il neo consigliere è stato interdetto dai pubblici uffici.

LA CONDANNA

La vicenda risale al 2005 quando Righini era assessore ai Lavori pubblici del comune di Velletri, spiega il neo consigliere: “Il processo si è concluso in un modo inaccettabile e visto che arriva proprio ora a distanza di otto anni non posso che pensare a una sentenza politica. Sono dispiaciuto e sono certo che in appello farò valere le mie ragioni”.

A chi gli chiede se si dimetterà da consigliere regionale, Righini risponde: “Non è al momento prevista questa possibilità”. Nel caso dovesse abbandonare il suo seggio alla Pisana dovrebbe subentrare il candidato con più preferenze di Fratelli d’Italia che è Fabrizio Ghera, attualmente assessore ai Lavori Pubblici di Roma Capitale.

LA SOSPENSIONE

Il Comitato di Presidenza di Fratelli d’Italia ha dichiarato: “Dopo aver esaminato la vicenda che ha visto condannato in primo grado di giudizio il neoeletto consigliere regionale del Lazio Giancarlo Righini, ha provveduto a sospenderlo dal Movimento e incontrerà l’interessato per stabilire le migliori soluzioni atte a garantire la salvaguardia della sua onorabilità, il diritto a una difesa libera ed efficace e il dovere dell’organizzazione a tutelare la propria immagine e i propri militanti”.

Il comitato ha poi aggiunto: “Pur manifestando perplessità in ordine all’improvviso risveglio di un processo che era in letargo da 8 anni e pareva avviarsi all’esaurimento, ha condiviso con il consigliere Righini la necessita’ di continuare a dare di FdI l’immagine e la sostanza di un partito al di sopra di ogni sospetto. Righini potrà difendersi meglio delle accuse della magistratura e, se vorrà, rinunciare alla prescrizione per dimostrare la sua totale estraneità ai fatti. Ci incontreremo nelle prossime ore per discuterne insieme e assumere le decisioni necessarie”.