Regione Lazio, da 1 a 14 milioni per i gruppi: “Pd e Idv d’accordo”

Pubblicato il 24 Settembre 2012 - 09:20 OLTRE 6 MESI FA
Franco Fiorito (Foto Lapresse)

ROMA – Chi decideva l’aumento spropositato, e senza le giustificazioni necessarie, di soldi pubblici diretti ai gruppi consiliari alla Regione Lazio? Secondo le ultime carte acquisite dalla magistratura decidevano tutti. All’unanimità. Quindi Pdl, Udc, ma anche Idv e Pd. Il tutto mentre i consiglieri di Pd, Sel e Idv hanno firmato le dimissioni. Lo dice Franco Fiorito, ex capogruppo Pdl in Consiglio indagato per peculato, ma anche gli atti in mano ai pm. Scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera:

Nonostante la norma fissi criteri precisi per la gestione dei soldi pubblici, le delibere che determinavano i nuovi stanziamenti sono sempre passate all’unanimità, vale a dire con il consenso di maggioranza e opposizione. «Il presidente Mario Abbruzzese decideva d’accordo con il segretario generale Nazzareno Cecinelli e tutti votavano senza effettuare alcuna obiezione o verifica», ha raccontato durante il suo interrogatorio della scorsa settimana l’ex capogruppo Franco Fiorito, ora indagato per peculato. A dimostrarlo ci sono adesso le copie degli atti acquisiti la scorsa settimana nella sede della Pisana dagli uomini del Nucleo Valutario per ordine dei magistrati.

L’ufficio di presidenza decide di aumentare lo stanziamento, il segretario generale firmava, i consiglieri di ogni schieramento erano d’accordo. Voto unanime. Continua Sarzanini:

Il primo provvedimento preso dopo l’elezione della nuova giunta guidata da Renata Polverini risale al 14 dicembre 2010. Il denaro messo a disposizione dei partiti viene aumentato fino a 5,5 milioni di euro. Il 10 febbraio 2011 l’ufficio di presidenza decide all’unanimità che quello stanziamento è congruo. Cecinelli «vista» la pratica. Sono presenti Abbruzzese, il vicepresidente Raffaele D’Ambrosio dell’Udc, e i consiglieri Gianfranco Gatti della lista Polverini, Isabella Rauti del Pdl, Claudio Bucci dell’Idv. Ma due mesi dopo, il 4 aprile, arriva una nota firmata dal funzionario Maurizio Stracuzzi che segnala come «la disponibilità attuale del capitolo 5 non consente, nei prossimi mesi, di soddisfare le obbligazioni». Non viene effettuata alcuna verifica ulteriore visto che in appena 24 ore si riunisce l’ufficio di presidenza e si determina uno stanziamento aggiuntivo di 3 milioni di euro. La composizione è identica a quella della precedente riunione. E anche questa volta tutti sono d’accordo. Il 19 luglio 2011 si segue la solita procedura. A cambiare è solo la «formazione» dell’ufficio di presidenza. Assente D’Ambrosio, è presente l’altro vicepresidente: Bruno Astorre del Pd. Ma il risultato è identico. Anche questa volta la «segnalazione» che le casse sono vuote arriva da Stracuzzi. È stato lui, cinque giorni prima dell’incontro, a sottolineare la necessità di disporre di altri 3 milioni. Detto, fatto. Grazie alla sintonia che regna nell’ufficio di presidenza tutti i gruppi avranno i soldi in più.