Renzi: “10 mld per le opere entro 2015. Giudici, chi sbaglia paga”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Agosto 2014 - 19:43 OLTRE 6 MESI FA
Renzi: "10 mld per le opere entro 2015. Giudici, chi sbaglia paga"

Renzi col gelato fuori da Palazzo Chigi

ROMA – 10 miliardi per le opere nel prossimo anno, sì a responsabilità civile dei magistrati (“Chi sbaglia paga”), cambiano le regole su appalti e intercettazioni. Queste, in sintesi, le novità annunciate da Matteo Renzi alla fine del Consiglio dei Ministri:

“Nei prossimi 12 mesi 10 miliardi saranno destinati a sbloccare le opere”. Renzi ha annuncio che la Napoli-Bari e la Palermo-Messina partiranno nel 2015

Sblocca Italia

Via libera al decreto Sblocca Italia con cui tra l’altro “sblocchiamo 4,6 miliardi per cinque investimenti aeroportuali” e “3,8 miliardi per opere cantierabili da subito”.

Giustizia

“Il decreto sul civile per ridurre l’arretrato è una rivoluzione: alla fine dei mille giorni avremo tempi certi, meno di un anno per il processo civile e il dimezzamento dell’arretrato”.

“C’è la responsabilità civile dei magistrati: chi sbaglia paga”.

Falso in bilancio e intercettazioni

Arrivano le norme su “autoriciclaggio e falso in bilancio” e “una delega sulle intercettazioni”.

“Non ci vuole il bavaglio ma non bisogna ledere le sfere personali nella pubblicabilità”.

Appalti

Arriva il “disegno di legge delega per il codice degli appalti” per avere “le stesse regole in Italia come nel resto dell’Europa”. Così Renzi, sottolineando che il principio seguito sarà che “ciò che è consentito dalla Ue è ciò che è consentito in Italia”.

 

Tap

“Il 20 settembre sarò a Baku” in Azerbaigian “per il via libera al Tap che oggi è definitivamente sbloccato”.

Lavoro

Il dato di oggi sull’occupazione “è molto preoccupante, io sono più preoccupato per i posti lavoro quando hanno il segno meno, che non se c’è uno 0,1 in meno rispetto alle previsioni” sull’economia. “Non credo che i posti di lavoro si creino per decreto”.

80 euro

“Ho letto commenti secondo cui gli gli 80 euro non sono serviti a niente: voglio dire che c’è un disegno ideale, ideologico, culturale dietro gli 80 euro. C’è una parte del mondo economico che dice che dovremmo ridurre il salario dei lavoratori. Lo dicono autorevoli economisti. Ecco che nasce modello della Spagna, poi domani è il Vietnam, poi è l’India. Ma non è riducendo il salario del lavoratore che l’Italia uscirà dalla crisi”.