Renzi-Bersani, la tregua è finita. Scoppia il caso Unità

Pubblicato il 5 Aprile 2013 - 20:41| Aggiornato il 17 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Tra Renzi e Bersani la tregua elettorale è ormai al capolinea: ad alimentare la faida interna al Pd ci pensa l’Unità, il quotidiano di partito diretto dal bersaniano Claudio Sardo. Dopo che, ieri, giovedì 4 aprile, il sindaco rottamatore ha sparato contro il segretario dalle pagine del Corriere (”stiamo perdendo tempo, governissimo col Pdl o andiamo a votare”) oggi l’Unità titolava in prima pagina ”No di Renzi al governo Bersani’‘. Ed è stato subito scontro.

L’affondo del quotidiano di partito è stato duramente censurato dai renziani, tanto che Matteo Richetti, deputato Pd vicino al sindaco, è arrivato a suggerire le dimissioni di Sardo. Ma il portavoce di Pier Luigi Bersani, Stefano Di Traglia, lo ha difeso: “No a censure”.

Lo stesso direttore è intervenuto in sua difesa, dal sito del giornale, sottolineando come sia stato un “infortunio” suggerire le sue dimissioni. Il pezzo dell’Unità riporta fedelmente le affermazioni di Renzi al Corriere. E nel suo fondo, Sardo scrive: ”Il merito di Matteo Renzi è di aver indicato, senza ipocrisie, una strada diversa da quella di Pier Luigi Bersani e di aver aperto così un dibattito pubblico sulla strategia del Pd”.

Ma è il titolo di apertura in prima pagina, quel ”No di Renzi al governo Bersani”, che fa andare su tutte le furie i fedelissimi del sindaco. Un titolo che, a loro avviso, accusa ingiustamente Renzi di boicottare il segretario. Dalla prima mattinata, hanno attaccato l’Unità nell’ordine i parlamentari renziani Simona Bonafè, Paolo Coppola, Roberto Reggi, Silvia Fregolent, Davide Faraone, Luigi Famiglietti, Angelo Rughetti, Andrea Marcucci.

”Ricomincia la vergognosa propaganda dell’Unità e di Youdem contro Matteo Renzi – scrive Reggi – Matteo non ha parlato di governissimo, ma di un patto costituente di 6 mesi da cui far nascere la terza repubblica”.

Nel pomeriggio, i deputati Matteo Richetti ed Ernesto Carbone arrivano a chiedere le dimissioni del direttore. A difendere Sardo intervengono il portavoce di Bersani, Stefano Di Traglia, e la direttrice di Youdem, Chiara Geloni: ”Chiedere le dimissioni di un direttore perché non si concorda con un titolo è un atto grave – scrive Di Traglia -. Sì a critiche, no a censure”.

Solidale anche il Comitato di redazione dell’Unità: ”E’ segno di imbarbarimento arrogante chiedere la testa di un direttore per un titolo non gradito”.

Sardo risponde agli attacchi con un intervento dal sito del suo giornale: ”Un titolo può piacere o meno. Ma suggerire le dimissioni di un direttore di giornale per un titolo che non si condivide, mi pare un infortunio. Quanto al merito del titolo di oggi continuo a pensare che sia una sintesi fedele dell’intervista”.

Intanto Renzi è intervenuto nuovamente dai microfoni di Radio 105. “Ho solo detto: giocate come vi pare, ma giocate“, ha ribadito il sindaco di Firenze, intervistato telefonicamente dalla trasmissione ‘Tutto esaurito’. “In tutto il mondo ci sono maglie diverse – ha spiegato con metafora calcistica – non è che in America non ci siano democratici e repubblicani. Basta che giochino: il problema è che qui sono tutti a fare riscaldamento”.

Il suo appello a non perdere tempo “non è per aprire una polemica nel Pd – chiosa Renzi – ho detto quel che pensa la maggior parte degli italiani, che nessuno lì dentro ha il coraggio di dire”.