Renzi, slide anti gufi. “Se perdo referendum ho fallito”

di Ermete Trismegisto
Pubblicato il 29 Dicembre 2015 - 12:38 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Se perdo il referendum costituzionale, considero fallita la mia esperienza politica”. Tradotto: me ne vado. Si è presentato, e non è la prima volta, con le slide. Slide “anti gufi” le ha definite Matteo Renzi. Con tanto di gufetto annunciante sventura disegnato sopra e sbugiardato dai fatti.  Perché nella tradizionale conferenza stampa di fine anno il presidente del Consiglio Matteo Renzi proprio dei gufi ha parlato. Smontando, almeno a suo dire, tutte le nefaste previsioni dei gufi.

Renzi invece vede rosa e descrive l’Italia in rosa. Vede, ed è un fatto, che il Pil per la prima volta dopo anni mostra il segno più. Non vede, invece, il suo ministro Pier Carlo Padoan che solo qualche giorno fa parlava di rischio di stagnazione secolare.

Si sente così forte, Renzi, da promettere: “Se perdo il referendum costituzionale considero fallita la mia esperienza in politica. Noi abbiamo fatto una scommessa sul referendum perché pensiamo che italiani vogliano un Paese più semplice e quindi lavoriamo su quello”.  “Si diceva che le riforme costituzionali sarebbero state l’ennesimo flop”, invece “l’11 gennaio saranno votate dalla Camera e ragionevolmente si andrà a stretto giro al Senato e poi immaginiamo il referendum a ottobre 2016 e saranno i cittadini a dire se sono riforme calate dall’alto”.

Vede Renzi il segno più. Vede il Jobs Act divenuto legge, così come è divenuta legge la buona scuola. Per Renzi è un dato di fatto che l’anno che sta per concludersi, il 2015, sia stato “un anno migliore del 2014”. Non solo. Il 2015 spiega il premier è andato “meglio delle nostre previsioni, lo dice la realtà dei fatti. è stato un buon anno, un segno che finalmente torna ad essere positivo. Un anno fa mi interrogavate sulla crisi e la stagnazione dell’Italia, ora finalmente il Pil torna a crescere, +0,8%”.

Ai gufi Renzi ricorda che un anno fa del Jobs Act si diceva “non sarà mai approvato”.  Invece, dice il premier “è stato approvato, e il tasso di disoccupazione è ancora alto, ma in calo rispetto allo scorso anno. Oggi ci sono più tutele e più posti di lavoro. Ma non basta. Sarò soddisfatto dei risultati solo quando l’Italia tornerà ad essere leader”.

Ancora più trionfante sull’Italicum Renzi. Che parla di “capolavoro” quando ne ricorda l’approvazione: “Un anno fa si diceva che non c’erano i numeri per la legge elettorale, e invece l’Italicum è legge: è stata l’operazione più complessa, ma è stato un capolavoro”

Poi ricorda le piccole e grandi mance di governo: “Gli 80 euro per le forze dell’ordine e la cancellazione della Tasi per la prima casa sono già realtà”. A proposito della riforma costituzionale, invece, molti avevano parlato di “flop istituzionale”: “Ma ragionevolmente a gennaio si voterà in maniera definitiva, e a ottobre 2016 ci sarà il referendum”.

Renzi parla anche di migranti e spiega che non c’è nessuna invasione in corso. “Ci sono meno sbarchi, meno immigrati dello scorso anno, il problema è europeo, e questo è un risultato che non ci rende soddisfatti, ma abbiamo gli strumenti per togliere alcuni grandi luoghi comuni”.

A proposito di leggi del 2015 non può mancare un passo sulla scuola. A chi gli chide  non cambierà niente Renzi risponde: “Ma adesso la buona scuola è legge, ho visto un video di una professoressa di musica che ha messo con straordinaria perizia con l’addio al precariato, ovviamente nel 2016 si darà il via alle leggi delega”

Quindi l’Europa. Il premier spiega: “Non siamo contro l’Europa, ho solo fatto delle domande, e vorrei che la stampa italiana non scrivesse costantemente che il presidente del Consiglio si sta lamentando dell’Unione Europea. E aggiungo che il presidente del Consiglio europeo ha il privilegio di essere il capo del partito più votato in Europa”.

Renzi, quindi, risponde al presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino che sui colleghi sfruttati e sottopagati aveva parlato di schiavitù. La risposta del premier è secca:  “Non credo che ci sia schiavitù o barbarie in Italia”. La mia posizione sull’ordine dei giornalisti è nota: io sarei per abolirlo”.

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