Responsabilità civile dei giudici: emendamento leghista brucia la “Grande Riforma”?

Pubblicato il 23 Marzo 2011 - 18:52 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Con un emendamento al ddl della Comunitaria presentato dal relatore Gianluca Pini (Lega) si introduce di fatto la responsabilità civile dei magistrati. Anticipando di fatto quanto intende fare il Guardasigilli Angelino Alfano, con la riforma costituzionale della Giustizia e, forse, bruciando anche la “Grande Riforma”.

Secondo la legge vigente i magistrati devono rispondere solo per ‘dolo o colpa grave’. Se questo emendamento verrà approvato, le toghe saranno chiamate a rispondere invece per qualsiasi ”violazione manifesta del diritto”. Domani la norma, che è ora al vaglio di ammissibilità, dovrebbe venire votata alle 14 in commissione.

L’emendamento, spiega il relatore Pini nella sua motivazione, ”e’ volto a dare attuazione ai rilievi mossi dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia con un ricorso presentato alla Corte di Giustizia nell’ambito di una procedura di infrazione del 2009” richiamando una sentenza della stessa Corte del 13 giugno 2006. In sostanza, Pini, nel documento con il quale spiega la sua proposta di modifica, sostiene che ci sia una bella differenza tra il diritto comunitario e quello italiano sulla responsabilita’ del magistrato.

Secondo le norme Ue, infatti, la responsabilita’ delle toghe e’ molto piu’ ampia. Mentre quella italiana e’ ristretta, secondo la legge n.117 del 1988, ai soli casi di ”dolo e colpa grave”. Cosi’ Pini propone di ‘allargare’ le maglie facendo in modo che anche i magistrati italiani rispondano per ogni ”violazione manifesta del diritto”. E a dimostrazione della sua tesi cita la causa ”Traghetti del Mediterraneo Spa (c.173/03).

In particolare fa riferimento al ricorso che la Commissione europea ha presentato alla Corte di giustizia sostenendo che la parte della legge 117 nella quale si sostiene la limitazione al ”dolo e alla colpa grave” (il comma 2 dell’articolo 2), sarebbe ”incompatibile con l’ordinamento europeo in quanto escluderebbe ogni responsabilita’ dello Stato per i danni arrecati ai singoli per violazione del diritto comunitario commessa da un organo giurisdizionale nazionale nell’interpretazione di norme o nella valutazione di fatti e prove”.

Nello stesso ricorso, riportato da Pini, la Commissione afferma anche che un’altra parte della legge italiana (il comma 1) sarebbe anch’essa in contrasto con la normativa europea per il fatto che ”limita la responsabilita’ dello Stato ai soli casi di dolo o colpa grave del giudice”. In Europa, insomma, secondo quanto riferisce il deputato leghista, ci si starebbe preoccupando del fatto che avendo i magistrati una responsabilita’ ”cosi’ limitata”, diventa difficile per i singoli cittadini poter chiedere un risarcimento allo Stato membro nel caso in cui ci sia stata una violazione da parte di uffici giudiziari nazionali.

L’emendamento, spiega Pini, ”provvede pertanto ad adeguare i commi 1 e 2 dell’articolo 2 della legge n.117 ”accogliendo i rilievi della Commissione europea al fine di evitare una sentenza che accerti l’inadempimento da parte dell’Italia”. Cosi’, ”in coerenza” con l’articolo 3 della Costituzione, aggiunge il parlamentare, si e’ ritenuto di ”non creare alcuna distinzione tra la responsabilita’ del giudice per violazione del diritto europeo e quella per violazione del diritto interno”. Cosi’, per andare incontro alle ‘istanze’ della Comunita’ Europea, e’ la tesi di Pini, e’ bene estendere a responsabilita’ dei magistrati non piu’ al dolo o alla colpa grave, ma ad ogni ”violazione manifesta del diritto”.