Cinque modi facili facili per ridurre i costi della “casta”

Pubblicato il 8 Agosto 2011 - 14:02 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Gli italiani sono chiamati al risparmio dalla politica: previdenza, iva, fabbisogno pubblico saranno i “protagonisti” degli ulteriori tagli per ridurre il debito dello stato entro il 2013, ma cosa hanno fatto e cosa faranno i politici per dare il buon esempio? Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, autori di “La Casta”, se lo sono chiesto in un articolo sul Corriere della Sera, in cui hanno sapientemente spiegato quali sono i costi della politica italiana e suggerito i tagli che potrebbero aiutare il risanamento di un bilancio in “rosso”.

RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI – Si è parlato molto di ridurre il numero dei parlamentari, che supera di gran lunga la media degli altri parlamenti europei, ma la destra e la sinistra non hanno raggiunto un’intesa. Secondo gli autori di “La Casta” il segreto per un’intesa sulla questione sarebbe semplice se maggioranza e opposizione non avessero tentato, nei 9 progetti di leggi presentati negli anni, di far passare assieme alla riduzione dei parlamentari delle norme ad hoc che l’uno o l’altro non avrebbe mai potuto accettare, come nel 2006 quando si propose di passare da 630 a 518 i deputati e da 315 a 252 i senatori, ma anche di svuotare il Quirinale dei suoi poteri e di aumentare i poteri del premier.

ABOLIZIONE DELLE PROVINCE – Abolire le province, con le sue competenze ed i suoi dipendenti, non è sicuramente facile, ma si potrebbe iniziare togliendole dalla Costituzione e con la soppressione di quelle che oltre ad essere capoluogo sono la capitale regionale che diverrà area metropolitana, o quelle che non giungono ad un numero minimo di abitanti.

PENSIONI D’ORO – Le pensioni dei parlamentari sono una voce della spesa pubblica che concretamente potrebbero aiutare il pareggio del bilancio, se si considera che i contributi versati nella sola Regione Lazio sono un decimo di quanto destinato ai vitalizi, mentre alla Camera ed al Senato sono appena un undicesimo. Se si considera il netto dei reciproci versamenti il rapporto arriva ad un tredicesimo. Insomma pensioni “intoccabili”, mentre i cittadini dovranno stringere la cinghia e rinunciare alla pensione di anzianità.

POLITICA COME MESTIERE – Nei Paesi più “seri” il politico è un mestiere e in quanto tale un eletto dai cittadini non può continuare a svolgere la sua professione, cosa che in Italia non accade. Basta pensare ad Antonio Gaglione, parlamentare pugliese espulso dal Pd perchè con un tasso di assenteismo del 93 per cento, che allo stare in parlamento preferiva esercitare la sua professione da medico, tanto da mancare il giorno del voto alla sfiducia al governo Berlusconi dello scorso 14 dicembre. Molti  sono infatti i medici, avvocati e professionisti di vari settori che pur essendo eletti a cariche pubbliche continuano a lavorare, con un grado di assenteismo da tali cariche alte, ma con due salde entrate a fine mese.

TRASPARENZA – La trasparenza è un vocabolo ignoto al parlamento italiano, contrariamente a quanto accade in nazioni come gli Stati Uniti, l’Inghilterra, la Germania e la Francia, dove la legittima curiosità dei cittadini sulle spese dei propri parlamentari può essere soddisfatta semplicemente navigando sul web. In Italia invece un cittadino per avere accesso alle sole dichiarazioni dei redditi di deputati e senatori deve recarsi a Roma negli uffici della Camera o del Senato, esibire la propria tessera elettorale dimostrando di godere del diritto di voto e poi potrà “sfogliare” i registri, senza però la possibilità di fare fotocopie. Impossibile invece per un cittadino italiano anche solo sbirciare il bilancio del Quirinale, che galantemente ogni presidente del Colle tace, fornendo solo linee generali.

La trasparenza appare però un’utopia per i cittadini italiani con i politici che sostengono di “aver stretto la cinghia”, ma le stime di quanto si risparmierebbe non sembra arrivare. L’appello di Rizzo e Stella è chiaro: che i politici diano l’esempio in tempo di crisi rinunciando a privilegi poi così non necessari e se maggioranza e opposizione del governo hanno la coscienza apposto sui costi della politica e pensano di aver effettuato tutti i tagli possibili, la soluzione è semplice: “Mettano tutto online”.