Concorsi pubblici, retromarcia sugli atenei, conta solo voto. Riforma PA, novità

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Luglio 2015 - 09:45| Aggiornato il 8 Luglio 2015 OLTRE 6 MESI FA
Riforma P. a., retromarcia sugli atenei: ai concorsi pubblici conterà solo voto

Marianna Madia (Foto Lapresse)

ROMA – Riforma della Pubblica amministrazione, marcia indietro: l’ateneo di provenienza non avrà più valore nei concorsi pubblici. E’ quanto ha annunciato il ministro Marianna Madia, che si è detta pronta a cancellare la novità passata alcuni giorni come emendamento alla delega Pubblica amministrazione, all’esame della commissione Affari Costituzionali della Camera, dove è arrivata dopo il primo via libera al Senato.

La retromarcia fa parte di un pacchetto di dieci emendamenti del relatore al disegno di legge, Ernesto Carbone (Pd), che apre a un riordino di tutte le forze di polizia, dando spazio al merito, e alla creazione di un’Agenzia per la gestione sia dei dati sulla proprietà che sulla circolazione delle auto, con il Pra che verrebbe trasferito al ministero dei Trasporti.

Tra le modifiche anche il livellamento degli stipendi nell’Authority secondo regole uguali per tutti o il taglio dei tempi della burocrazia di fronte ad opere di interesse generale.

Spunta una revisione delle forze di polizia che va oltre la Forestale, corpo da assorbire nei Carabinieri (opzione oggi più quotata) o nella Polizia di Stato, dando però la facoltà a un contingente limitato di migrare nei vigili del Fuoco. Ora l’emendamento del relatore guarda a tutte le forze e apre anche alla possibilità di sopprimere ruoli e gradi.

Erano invece attese modifiche su Pubblico registro automobilistico, attualmente retto dal Pra: si suggerisce il suo trasferimento al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che già ha in capo la Motorizzazione. Si verrebbe a realizzare così un polo, in grado di gestire una banca dati unica, base per il rilascio di un solo libretto.

Un’altra novità siglata da Carbone riguarda la delega a precisare “i poteri della presidenza del Consiglio dei ministri in ordine agli adempimenti” previsti per la copertura finanziaria dei provvedimenti. In base alla legge 196, le relazioni tecniche su provvedimenti con conseguenze finanziarie spettano ai ministeri con la verifica del Ministero dell’Economia. Con l’emendamento, spiegano dalla maggioranza, si punta ad un ruolo di coordinamento di Palazzo Chigi nelle relazioni tecniche.

Su questo tema fonti della presidenza del Consiglio confermano che non si tratta di un emendamento del governo e che eventuali modifiche o chiarimenti potranno venire nel prosieguo del dibattito parlamentare. Ora infatti il disegno di legge, finito il passaggio in commissione, approderà nell’Aula di Montecitorio, per tornate, in terza lettura al Senato.

Carbone lancia anche un ‘taglia burocrazia’ per le iniziative con forte impatto economico. Un suo emendamento parla infatti di semplificazione ed accelerazione, fino al dimezzamento dei tempi, dei procedimenti amministrativi in caso di rilevanti insediamenti produttivi, opere di interesse generale o di interventi con effetti positivi sull’occupazione.

Nell’ottica della spending review anche le modifiche sui trattamenti economici dei componenti e del personale delle autorità indipendenti, affinché siano regolare da “criteri omogenei”. Sulla stessa linea le novità sul fronte delle capitanerie di porto (ci sarà un solo comando, sotto la Marina). E così anche la revisione della parte del ddl sulle intercettazioni telefoniche, viene precisata ma l’obiettivo resta un dimezzamento delle spese.

Altri cambiamenti dovrebbero toccare i concorsi pubblici e il peso da dare agli atenei: Madia ha parlato della possibilità di tornare indietro o comunque di modificare la misura, introdotta qualche giorno fa in commissione. Una mossa, dopo il polverone che si era alzato, di cui la Cgil Fp “prende atto, sperando che la promessa di cancellazione venga mantenuta”.