Riforma Senato, 500 emendamenti a voto segreto. Solo 3 votati il primo giorno

Pubblicato il 23 Luglio 2014 - 18:19| Aggiornato il 24 Luglio 2014 OLTRE 6 MESI FA
Riforma Senato, Grasso concede 500 emendamenti a voto segreto. Bocciato il primo

Riforma Senato, Grasso concede 500 emendamenti a voto segreto. Bocciato il primo (foto Ansa)

ROMA – Riforma del Senato: chiesto (e concesso) il voto segreto in Aula e solo 3 emendamente approvati nel primo giorno di lavoro. “Attenti, così si rischia la paralisi”, avvisa il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, dopo una giornata di lavoro in Senato decisamente a rilento.

Il presidente del Senato Pietro Grasso ha concesso il voto segreto a 500 emendamenti: “Ho ricevuto 920 richieste”.

E così il primo emendamento non è passato (quello dell’abrogazione delle circoscrizioni estere di Camera e Senato. Il risultato del voto segreto è stato l’ostruzionismo esasperato delle minoranze, che ha prodotto 3 soli voti nel primo giorno.

500 emendamenti a voto segreto

Sono 500 gli emendamenti su cui è stato chiesto il numero segreto. Lo hanno riferito i componenti della Giunta per il regolamento al termine della riunione. La maggioranza ha chiesto che lo scrutinio segreto sia limitato a pochissimi emendamenti.

Francesco Russo, del Pd, ha riferito ai giornalisti la posizione assunta dal suo partito in Giunta: “Il regolamento del Senato prevede il voto segreto solo su una serie di articoli della prima parte della Costituzione riguardanti i diritti fondamentali. La stragrande maggioranza degli emendamenti fanno riferimento strumentalmente a quegli articoli, ma trattano altri temi, come l’elezione diretta dei senatori, o il taglio del numero dei deputati. Per noi lo scrutinio segreto si può concedere solo quando questi diritti sono il tema prevalente dell’emendamento”.

Analoga la posizione di Donato Bruno e Maria Grazia Bernini di Forza Italia, di Salvatore Torrisi di Ncd e Linda Lanzillotta di Sc. Nitto Palma e Karl Zelelr hanno insistito che lo scrutinio segreto si tenga per quegli emendamenti in cui il tema dei diritti costituzionali sia prevalente. Loredana De Petris, che ha fatto richiesta dei voti segreti, ha ricevuto l’appoggio di M5s. I “pentastellati”, ha spiegato Maurizio Buccarella, non hanno chiesto alcun voto segreto ma sono d’accordo a che esso sia effettuato. Roberto Calderoli ha invece sostenuto che è il presidente del Senato che deve decidere da solo. La Giunta è comunque un organo consultivo

Grasso dice sì: “Richieste senza precedenti”

Il presidente del Senato Pietro Grasso ha ammesso il voto segreto sugli emendamenti al ddl sulle riforme riguardanti le minoranze linguistiche e quelli in cui si affronta il tema della competenza legislativa del futuro Senato.

Ha detto Grasso: “Il numero di richieste di voto segreto non ha precedenti nella prassi parlamentare: sono 920”.

Ci sarà voto per parti separate su quegli emendamenti la cui prima parte riguarda le minoranze linguistiche, su cui ci sarà lo scrutinio segreto, e la seconda parte che riguarda altri temi delle riforme.

Bocciato il primo emendamento

L’aula del Senato ha effettuato il primo voto sul ddl sulle riforme, dopo sei sedute, bocciando un emendamento che abrogava le circoscrizioni Estere di Camera e Senato

Zanda contro Grasso: “Un’ora e mezzo a emendamento?”

“Il presidente Grasso aveva parlato di poteri di armonizzazione, Chiedo alla presidenza se può informare l’aula su tali poteri. Un ora e mezzo per votare un emendamento ci dice molto su quale è il nostro futuro…”. Così il capogruppo del Pd Luigi Zanda.

Napolitano contro l’ostruzionismo.

Il presidente Napolitano, dopo il monito del 22 luglio, è tornato nuovamente a spingere per le riforme: in un incontro serale con il presidente del Senato Grasso, che ha fatto notare al Colle “le gravi difficoltà rappresentate da un ostruzionismo esasperato tradottosi in un numero abnorme di emendamenti”, Napolitano ha “insistito sul grave danno che recherebbe al prestigio e alla credibilità dell’istituzione parlamentare il prodursi di una paralisi decisionale su un processo di riforma essenziale”.